20.2.06

Io c'ero

Scusatemi se parlo sottovoce. Mi sono chiusa nello sgabuzzino per non farmi trovare da chi sapete; non lo voglio neanche nominare. Devo scrivere di Beth Escudé i Gallès e non posso assolutamente essere disturbata.
Allora.
Inaspettatamente (perché nel post di gennaio dove ne parlavo non pensavo proprio di farcela ad andare a Barcellona) ho assistito allo spettacolo, appunto, di Beth Escudé i Gallès: Aurora De Gollada.
Che dire?
Intanto che lo spettacolo è in catalano e io il catalano non lo conosco, quindi non ho capito praticamente niente del testo ma ho riso alle battute. Si dice che il testo sia particolarmente bello.
Conoscevo per grandi linee la storia quindi non è stato difficile seguire l'intreccio.
Una donna viene picchiata dal marito e muore (in Spagna questa è una questione molto dibattuta; un paio di anni fa, durante un viaggio in Spagna, avevamo notato dei manifesti appesi in alcune città per sensibilizzare l'opinione pubblica).
Nella prima scena dello spettacolo infatti vediamo Aurora che va a denunciare la sua uccisione alla polizia, perde sangue dal collo, dalla pancia e si preoccupa di non sporcare il bancone.
Nella seconda invece partecipa alla sua autopsia.
Poi va in televisione, in un programma tipo grande fratello, con telefonate da casa, interventi degli amici e un meraviglioso presentatore ballerino - Aurora gareggia contro un uomo morto in un attentato terroristico per diventare Beata, e vince.
Da lì passa a fare una chiacchierata col diavolo (il diavolo è impersonato da una donna, molto appariscente e sexy ma con un po' di barbetta; cosa si dicono proprio non saprei ma sembrava interessante).
Una volta finito col diavolo, incontra il marito in purgatorio - lui nel frattempo si è suicidato (in questa scena non ci sono molte azioni, parlano parlano parlano e ogni volta che tentano di avvicinarsi suona un allarme).
La scena successiva è l'incontro più spettacolare, niente po' po' di meno che con Dio in paradiso (non è Alanis Morissette, ma il classico omino con i capelli bianchi lunghi e tutto vestito di bianco - quando Aurora bussa alla porta è intento a spolverare, per carenza di personale pare, infatti gli tocca anche aprire la porta perché San Pietro non c'è).
Infine, vediamo la nostra eroina scegliere l'epigrafe per se stessa e per il suo marito.
La scenografia è molto funzionale: in scena da sinistra a destra ci sono tutte le porte da cui Aurora entra nei differenti luoghi. Un bel portone bianco con due troni bianchi rappresentano il paradiso, un camino e un trono rosso sono l'inferno, una porta verde e pareti verdi per l'obitorio. Tutto molto colorato.

Mi è piaciuto? Sììììììììììì.
Anche se devo leggere il testo. Diciamo che senza averlo potuto capire ho perso i 3/4 dello spettacolo, e forse i 3/4 migliori. Del resto è un testo di denuncia, in chiave grottesca e pieno di comicità amara. Quindi ci sarà un terzo post perAurora De Gollata (che spero mi venga meglio di questo perché se lo merita proprio - forse ho fatto male a chiudermi nello sgabuzzino e imbavagliare Pers).

PS: A Barcellona gli spettacoli cominciano all'ora dichiarata sul programma. Non mezzora dopo.

2 comments:

Anonymous said...

Mi avevi già fatto venire voglia di vederlo. Quando hai il testo passa all'ala (non credo tu lo possa pubblicare, o sì?)


ps
pers non lo SBAVAGLIARE

Anonymous said...

Pubblicare, nel senso sul blog? Boh. Intanto è in Catalano e andrebbe tradotto. Ci sta che venga fatto. In Spagna è pubblicato con una casa editrice che si occupa di teatro, credo.
E comunque certo che te lo passo, anzi magari in due facciamo prima a capirlo.