28.12.06

Ancora sulla Turchia

Un articolo di Alessandro Ursic di PeaceReporter.

Turchia - 27.7.2006
Andate e modernizzatevi
Sotto pressione Ue, la Turchia elimina dai dizionari i proverbi contro le donne

Tra le richieste dell’Unione europea alla Turchia, se Ankara vuole entrare a far parte del club, c’è la parità tra uomo e donna nella società. Ora l’Istituto della lingua turca, una specie di Accademia della Crusca anatolica, ha deciso di dare il suo contributo alla causa partendo dal linguaggio: dai dizionari verranno tolti tutti quei proverbi, prodotti nei secoli dall’originaria cultura nomade dei turchi, che incitano alla violenza contro il gentil sesso o relegano comunque le donne a un ruolo di secondo piano.

Proverbi di un’altra epoca. Spariranno così adagi come “a un buon cavallo basta poco cibo, così come a una buona donna basta un paio di mutande”, o “la schiena di una donna non va lasciata senza bastonate, e la pancia non va lasciata senza bambini”, o ancora “come non è buono il mais raccolto dopo agosto, così non è buona la donna che si alza dopo il marito”. Frasi possibili ancora oggi, magari solo per scherzo. Ma l’Istituto della lingua ha deciso di fare pulizia e di eliminare qualunque riferimento machista.

Una società maschilista. Nonostante diverse imprenditrici, giudici e persino un primo ministro donna in passato, la Turchia rimane infatti un Paese dove è l’uomo a essere dominante, specie nelle aree più rurali del Paese. Nell’est e nel sud-est, ai confini con Siria e Iraq e dove buona parte della popolazione è rappresentata da curdi, esiste ancora la tradizione degli “omicidi d’onore” di donne incolpate di aver rovinato il buon nome della famiglia. Spesso basta un’occhiata a uno sconosciuto, un gesto ribelle, o una violenza sessuale subita da un parente.

Suicidi sospetti. Negli ultimi anni, spinta da Bruxelles, Ankara ha inasprito le pene contro i delitti d’onore. Ma la pratica non sembra essere sparita: se sono diminuiti gli omicidi, sono invece saliti i suicidi di quelle che vengono chiamate “le vergini suicide”. Ragazze che si uccidono sotto la pressione della propria famiglia, per gli stessi motivi. La strana serie di suicidi o tentati suicidi tra le ragazze ha recentemente spinto l’Onu a mandare nell’est del Paese un suo inviato speciale, nel tentativo di vederci chiaro.

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