6.2.07

O Veronica/2

Leggo su La Repubblica di domenica scorsa:

Diario da Kabul: Il sorriso sorpreso di Moqim per la lite Silvio-Veronica
di: Alberto Cairo*

Riunione coi capi reparto. Chiedono aumenti salariali, assistenza malattia anche a parenti lontani, premi di produzione, corsi di aggiornamento, biciclette nuove. Per le ultime richieste si può vedere, per le prime è no. Altre domande? Alza la mano Emal. "Che succede in Italia?" Allude di certo al dibattito soldati sì-soldati no. Invece sbaglio. "Che ha fatto l'ex primo ministro per far così arrabbiare sua moglie?" La notizia è dunque arrivata anche qui. Racconto quanto so. Emal, più ferrato di me, aggiunge dettagli: "E le signorine cui l'ex premier ha rivolto complimenti, chi sono?" Creature per bene? Vestite? Erano mariti, padri o fratelli presenti al fatto? Sole? Lo sconcerto è totale. Una moglie che racconta fatti di famiglia, che attacca il coniuge! "Ah quella moglie! Ma chi gliel'ha scelta?" chiedono. Si sono scelti da soli, rispondo. Lei è bella? Sì, lei è bella, lui ricco. Succede anche qui, dicono. "Ragazzine povere sposate a vecchi brutti e danarosi". Non esageriamo ora. Vecchio non era e neppure brutto. Ricco sì, già allora.
"Dunque lei si è lagnata su un giornale! E il marito?" Le ha chiesto scusa. Cosa? Come? Sì, per scritto anche lui. Dalle facce, vedo che ormai solo in pochi riescono a seguire. Emal non ha dubbi: amore la colpa di tutto. Davanti a me silenzioso siede Moqim. Si è sposato da poco, con tanta fatica. Mi chiese un prestito per le nozze e raccontò la sua storia. Non prende un parente ma una vicina di casa. Gliela trova la madre. La porta a vivere nella casa di famiglia, col padre. Occorrerebbe una stanza in più, ma si stringono. La sposa serve suoceri e cognate.
Moqim vuole quattro figli, almeno due maschi, a intervalli di tre anni, perché crescano bene. "La fidanzata l'hai vista?" domandai. "Tre volte. E' dunque tempo che mi sposi; ho l'età e mio padre invecchia". "Ti piace, vi piacete?" "Mi piacerà senz'altro, ci abitueremo". Quando mi disse la cifra che voleva esitai. Impallidì: "Ne ho proprio bisogno: tutto è fissato, i parenti avvertiti. Impossibile disdire". Parlò di tradizioni, vergogna, doveri e onore. Non un accenno ad amore, sentimenti e passione. Cosa mai terrà Moqim e la sua sposa insieme? Perché, è certo, insieme vivranno per tutta la vita. Uniti. Avranno tanti figli, ripagheranno i debiti contratti; costruiranno la stanza in più. Litigheranno, faranno la pace. Senza mai forse pronunciare la parola amore. Moqim si risveglia: "Adesso che tutti sanno di loro, non sono imbarazzati a farsi vedere in giro?" chiede.
* lavora per il progetto ortopedico della Croce Rossa internazionale in Afghanistan

2 comments:

Anonymous said...

ma qual è il suo (del giornalista) punto? non capisco tanto

Anonymous said...

Secondo me non c'è un punto di vista del giornalista, anche perché lui in realtà non è un giornalista. L'ho voluta riscrivere qui perché ho trovato incredibile che ne parlassero degli afghani; e ho trovato interessante, anche se certo non sorprendente, come la paragonano al loro modo (solo maschile del resto, e sarebbe ancora più interessante sentire le opinioni di una donna) di vivere il rapporto di coppia.
Poi sei tornata a dormire però, vero?