9.3.07

Sing sing cabaret


C’era un suonatore di violino un po’ timido che alla fine è tornato sul palco vestito normale, ha cantato un pezzo, ha fatto un po’ striptease e non l’avevo riconosciuto. Aveva i capelli bianchi e un’energia pazzesca.
C’era una sposa su una sedia. Dopo era una vedova in cerca di marito in platea.
Un direttore da circo di tutta la baracca con un frac fucsia e due ex-fidanzate. Alla seconda piaceva il mio amico, ma il direttore gli ha consigliato di cercarne un altro perché gli uomini con la barba sono notoriamente squattrinati.
C’era un biondo a torso nudo, fisico aitante e bretelle che a un certo punto ha baciato l’ex-fidanzata di cui sopra quando però era un uomo anche lui a torso nudo e bretelle. Poi però ha ballato un tango con una donna allora la signora seduta davanti a me ha potuto aprire gli occhi e guardare.
Il direttore da circo ballava scatenato con la sua folta chioma al vento e ha portato avanti tutto lo show, cantando, chiacchierando, urlando, improvvisando.
C’era un prelato, forse un vescovo, sorridente che ballava sempre.
Un tizio ogni tanto scendeva in platea e chiedeva l’elemosina.
Anche il biondo a torso nudo e il suo amico, quando donna quando uomo, stavano sempre a correre su e giù in platea; quando ti passavano accanto facevano vento.
Un altro tizio è stato tutto il tempo con un bastone tra le mani vestito da sopravvissuto della prima guerra mondiale.
C’era Mimoum el Barouni che avevo già visto raccontare la sua vita in Il Libro della Vita. In quello spettacolo stava seduto. Quando l’ho visto entrare in scena ieri era altissimo. Era vestito tutto di bianco ed è entrato tutto storto. Ha raccontato quello che doveva raccontare con la sua voce da paura.
C’era uno pieno di tatuaggi di pesci che cantava e faceva ballare la sua pancia e siccome non aveva tasche teneva il bicchiere nelle mutande.
C’era il trio Le Ceramiche Lineari, che non sono detenuti ma suonano bene; il chitarrista cantava le sue avventure sentimental-sessuali, il bassista aveva gli occhiali, suonava anche la pianolina a fiato ed era l’unico a non ballare mai, il batterista era belloccio e a un certo punto a sputato al chitarrista cantante che però non se l’è presa.
La luce è sempre stata rossa e ancheLe Ceramiche Lineari che avevano la camicia bianca erano rossi.
C’era un’atmosfera da Opera da tre soldi di Brecht, ma dall’Opera da tre soldi hanno cantato solo un pezzo all’inizio e poi hanno concluso con Siamo fuori dal tunnel.
Non potevi non metterti a ballare.
C’era la coppia seduta davanti a me con la donna che si è messa le mani davanti agli occhi quando i due si sono baciati che prima che lo spettacolo cominciasse hanno assicurato i vicini che erano sicuri che quelli erano i loro posti, sono quelli da venti anni; e alla fine dello spettacolo il marito ha assicurato i vicini che se deve spendere i soldi per sentire delle parolacce può benissimo stare a casa e dirsele davanti allo specchio. Gli altri impellicciati viareggesi (così ha detto il direttore del circo) si sono limitati a dire che lo spettacolo era proprio brutto.
Noi tre invece ci chiedevamo se esistesse un CD di Sing Sing Cabaret.

La Compagnia della Fortezza è la compagnia di attori detenuti del carcere di Volterra. Armando Punzo è il regista di tutti gli spettacoli della Compagnia della Fortezza da circa venti anni. Ancora non sono riuscita ad andare a vedere un loro spettacolo in carcere. A luglio ci riproverò.
Armando Punzo ha un blog.

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