16.4.07

Guantatoys e playmobil

A San Giuliano c'è un capannone tra i capannoni che ogni tanto diventa galleria d'arte e ospita delle mostre. Lo spazio è bello (o almeno a me piace, ci sono stati pareri discordanti): in mezzo ai campi, ai trattori, ai capannoni, ai parapendii che si buttano dalla montagna. Poi è primavera...
In realtà il parere discordante era soprattutto sull'organizzazione: l'evento era pubblicizzato pochissimo, in pratica c'erano gli amici dei due che esponevano, e a tutti piacerebbe invece che fosse un posto che te il venerdì lo sai che lì c'è qualcosa e invece di andare a prendere l'aperitivo nel solito posto, dici "Andiamo a vedere cosa c'è allo SpazioDinamico". Sì, sarebbe bello...
Questo posto, appunto, si chiama SpazioDimanimo ed il 14 aprile c'è stata l'inaugurazione di una mostra di Guido Bartoli e Massimiliano Pelletti intitolata Contiene Parti Ingeribili. Dura fino al 6 maggio ma è aperta solo dal venerdì alla domenica dalle 18.00 alle 20.00.
Il tema da cui i due dovevano partire (non so se l'hanno scelto loro o gli è stato imposto) era i giochi dei bambini e come nella miglior tradizione tutti e due sono finiti sull'horror. Un classico, come i clown, il gelataio, le bambole, e le ninne nanne, ispirano pauuura. Il Pelletti ha rivisitato i playmobil che a lui ispirano rapine in banca e stragi familiari; mentre il Bartoli ha pensato ad una nuova serie di supereroi, basta con i soliti batman, uomoragno e barbie, presto ci saranno i guantatoys.
Essendo una groupie del Bart ho avuto l'enorme privilegio di vedere le sue opere in anteprima, ancora in fase di progettazione, delle stampe su carta in bianco e nero (questa che ho messo qui già è a colori) e l'impatto è stato molto più forte di quando poi l'ho viste finite alla mostra. Molto più forte. Non so se l'impatto minore fosse dovuto al fatto che l'avessi già viste, quindi digerite, o alla tecnica diversa usata. Continuo a pensare che quei foglini in bianco e nero un po' sgualciti messi in fila sul tavolo impressionassero di più. Per me e la capo-groupie quando li abbiamo visti è stato un bel pugno allo stomaco. Ma forse lo scopo non voleva essere solo impressionare, ma creare anche qualcosa di bello. Difficile creare qualcosa di bello che riguardi teste mozzate (o anche stragi familiari, per Pelletti), insomma, è quasi un controsenso; anche se in arte (visiva) è stato fatto spesso e forse sono le cose che ci piacciono di più.
Vabbè, non son critica d'arte, questo impatto diverso è solo una cosa che mi ha colpito e a cui ho pensato.
Ah. Sono una groupie del Bart, ma anche i playmobil del Pelletti mi sono molto piaciuti (la capra mica tanto però, il dinosauro sì).

3 comments:

bart said...

bhe, inanzitutto grazie per la recensione..
E poi qualche delucidazione:
il titolo della mostra e il "teme" lo abbiamo scelto noi, non ce l'hanno imposto. Ci hanno semplicemente proposto di fare la mosta insieme perche ci conoscevamo già e perche vedeveno delle affinità tra noi. Analizzando la nostra "affinità" abbiamo deciso che interessava ad entrambi il gioco, i giocattoli e affini; dal canto mio è da molto che giro intorno all'argomento (vedi i conigli o per chi lo ha visto il bambolotto cicciocanna) e penso che l'argomento non sia del tutto esaurito.
Cio che mi interessa nei giocattoli é:
sono ogetti(opere?) prodotti in serie
sono conseguentemente "democratici"
vorrei produrne di più democratici e interattivi (vedi i conigli: un poco di cartoncino da ritagliare, decorare a piacere e montare)
è facile vederli in maniera cinica (chi non ha pensato a barbie sadomaso?)
sono colorati e piacevoli al tatto
insomma sono pop(art)

preciso infine che volevo fare non tanto dei supereroi ma qualcosa di più assimilabile agli orsetti o coniglietti.

Anonymous said...

Sì, sul tema del gioco, dei giocattoli e affini uno può andare avanti per sempre e in tante direzioni e per tanti motivi. Oltre che a essere divertente (vuoi mettere col tema della 'difficoltà del vivere contemporaneo', o il 'paradosso della realtà' o 'l'insostenibile pesantezza dell'essere'?), puoi anche parlare di cose pesanti, come poi avete fatto voi, però, appunto, senza quei paroloni. Poi sono cose che tutti conosciamo, tutti abbiamo giocato, spesso con le stesse cose. E poi uno è anche libero di vederci quello che vuole. E poi come dici te, ci sono tanti aspetti del gioco/giocattoli che sono interessanti. E poi, e poi, e poi.
Ho anche ripensato al discorso dell'impatto diverso che mi ha fatto la tua opera finita rispetto agli stampati in bianco e nero, e credo che gli stampati davano di più l'idea di essere giocattoli rispetto alle sagome. Credo. Non so. Che dici?

bart said...

credo anch'io
infatti sto cercando di capire come farli dei veri giocattoli che sembrino veri giocattoli