13.8.07

Piero della Francesca and friends


E' da poco finita la mostra su Piero della Francesca ad Arezzo, Sansepolcro e Montecchi. Il gruppo culturale Mostre in Astronave non disponeva questa volta dell'astronave e si è mossa con tre automobili, una delle quali (sulla quale dormivo beatamente sul sedile posteriore), poco prima di arrivare a Montecchi ha perso la marmitta. Era sabato, era mezzogiorno, eravamo già rassegnate a rombare per le colline aretine tutto il finesettimana. Ma certe volte, anche senza il pounamu, le cose si sistemano e troviamo un meccanico disposto a incollarci la marmitta di nuovo alla macchina. "Se c'andavo io, maschio, a mezzogiorno e mezzo di sabato a chiedere a un meccanico di accomodarmi la macchina, me l'aveva bell'è fatto" ci dice M a noi tre donzelle.
Quindi raggiungiamo gli altri a Montecchi, che si sono già visti La Madonna del Parto e son lì che mangiano.
La Cappella dove originariamente era La Madonna del Parto è in restauro e l'affresco è stato staccato o forse è stato staccato perché nella cappella si stava deteriorando, non ricordo (il fatto che stacchino gli affreschi è una cosa che continua a sconvolgermi e se non sapessi davvero che si può fare non ci crederei) e messo in mostra in una piccola stanza buia della scuola elementare di Montecchi. L'affresco mi ha colpito molto, forse anche per il fatto che raramente si vede la Madonna rappresentata incinta. Infatti ho letto che nel Concilio di Trento (1545-1563) vennero messe delle limitazioni sulle immagini religiosi considerate eretiche, tra cui anche la Madonna del Parto. Poi lo stato di gravidanza avanzata molto umano contrasta con il viso e l'espressione altero, al di sopra di qualsiasi vicenda umana. Affascinante.
Dopo di noi ha voluto vedere l'affresco anche D'Alema. Noi sapevamo che stava per arrivare e ci siamo preparati rime, insulti, sfottò, cori, eravamo preparatissimi a fare il gruppetto dei soliti contestatori, ma poi siamo troppo buoni e non gli abbiamo detto nulla; forse non sapevamo da dove cominciare e abbiamo preferito dirigerci tranquilli tranquilli a Sansepolcro. Questa volta D'Alema è arrivato prima di noi, acc - e ci credo lui lo fanno arrivare con la macchina proprio davanti al museo, a noi ci tocca parcheggiare fuori dalle mura, e abbiamo cercato di usufruire della sua visita guidata, ma praticamente gli parlava nell'orecchio e a noi arrivava molto poco.
A Sansepolcro c'era tra gli altri, La Resurrezione, quella con i soldati che dormono appoggiati al sepolcro e Cristo in piedi, e il Polittico della Misericordia, con la Madonna della Misericordia che con il suo mantello protegge credo i Signori che commissionarono l'opera; c'è anche un tipo incappucciato che non sono riuscita a capire chi potesse essere o rappresentare.
Finita la mostra giratina per Sansepolcro e poi alla scoperta dell'agriturismo prenotato per telefono. Phew! Andava bene.
Prima di cena altra giratina ad Anghiari, molto bellina anche lei, soprattutto col tramonto. Cena in uno di quei ristoranti a menu fisso che per una che non mangia carne non è il massimo ma sono riuscita comunque a riempirmi la pancia all'inverosimile di riso al pomodoro, fettuccine al pomodoro,
crostini al pomodoro, patate non al pomodoro, parmigiano ...
E domenica Arezzo. Cavolo! Ma è proprio bella Arezzo, ben tenuta, tutta restaurata, che non deve essere facile starle dietro con tutta questa pietra. Mi sa che c'hanno i soldi da queste parti.
Forse la mostra di Arezzo è quella che mi ha impressionato di meno. C'era il Dittico dei duchi di Urbino, belli ma forse visti troppe volte. Ma ad Arezzo c'è la Cappella Bacci con La leggenda della vera croce nella Basilica di San Francesco, si può entrare pochi alla volta e tutti stiamo lì naso all'insù a seguire la storia della vera croce, cioè la storia del pezzo di legno con cui venne fatta la croce sulla quale fu crocifisso Gesù (la storia parte da Adamo e coinvolge, tra gli altri, la regina Saba, Salomone e Costantino). Davanti alla cappella è appeso un bel crocifisso ligneo che leggiamo essere di attribuzione incerta ma che si pensa essere del periodo di Cimabue per la somiglianza con un altro crocifisso sempre ad Arezzo e sicuramente di Cimabue e che sta nella Chiesa di San Domenico.
Deh! Andiamo!
Che dire? Bellissimo.
La nostra gita aretina finisce con un ultimo artista, neanche lui troppo giovane, Lou Reed che fa il concerto del suo album, neanche lui giovanissimo, Berlin. Forse è l'artista che ci ha entusiasmato meno. Sicuramente è bravo, sentire la sua voce dal vivo fa un certo effetto e il concerto era ben fatto, col coro di bambini e un'orchestra di una decina di elementi; però ha cominciato notevolmente in ritardo e non si è neanche scusato; non si è mai rivolto al pubblico, neanche per dire ciao (forse neanche grazie, non ricordo, e noi l'abbiamo applaudito, me lo ricordo bene) e infatti siamo tutti rimasti sorpresi che abbia fatto una serie di bis dei suoi cavalli di battaglia (Sweet Jane, Sattelite of Love, Walk on the wild side).
Insomma. Ecco. Non è che posso consigliarvi di andare a vedere la mostra di Piero della Francesca perché è finita, ma un po' della sua roba sta lì in pianta stabile, tipo l'affresco nella Cappella Bacci, e Arezzo è una bellissima città così come anche i dintorni. Io ci ritornerei, anche il prossimo week end.

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