31.3.08

Tanti filmini ancora poi basta. Sono andata al cinema

Eravamo rimasti a Blood Diamond. Lo definirei un film parecchio hollywoodiano ma fatto parecchio bene. Ovviamente è pieno zeppo di retorica, ma secondo me va visto un po' come i polpettoni con Cary Grant o Humphry Bogart. Poi c'è Leonardo Di Caprio, che non c'è verso di dimenticarsi di Titanic, ogni volta che lo vedo in un film, penso, però è bravo; poi c'è Jennifer Connely, quella del film bruttissimo sotto, che non la riconosco mai, e alla fine penso, toh Jennifer Connely; per par condicio parlerò anche del protagonista nero, Hjimon Hounsou, che non credo di aver mai visto ma che insomma c'ha il suo bel curriculum invece (dalla mia descrizione degli attori si capisce già la solita retorica dei film sulla povera Africa dove ci si preoccupa più dei bianchi che dei neri, ma come ho detto per apprezzare questo film bisogna sorvolare su queste questioni). Insomma, ho difficoltà a dire che mi è piaciuto, però me lo sono guardato proprio volentieri. Ovviamente non mi comprerò più un diamante in vita mia, venderò tutti quelli che ho e darò il ricavato in beneficienza e guai a chi me li regala.
Passiamo a Closer. Me lo avevano detto tutti che non sapeva di niente, ma mi ritrovavo sempre il titolo tra i piedi, e quindi l'ho dovuto vedere. Non sapeva di niente, queste belle case, bei lavori (una fa la spogliarellista ma lo fanno sembrare un lavoro ganzissimo), bella gente, bei vestiti, belle pettinature, bella musica... e poi: niente. Infatti le altre tre persone che lo hanno guardato con me e lo stavano guardando per la seconda volta, non si ricordavano nulla. Meglio Blood Diamond, tanto a retorica siamo lì.
E finiamo, ah no mi manca anche I 7 Samurai, con quello che mi è piaciuto di più anche se non era proprio un film ma un documentario. Crossing the Bridge. E' del solito Fatih Akin, quello di La Sposa Turca e Ai Confini del Paradiso, ed è il racconto della scena musicale turca, e soprattutto quella di Istanbul, dei giorni, nostri fatta attraverso Alexander Hacke, un compositore tedesco che credo si sia occupato delle colonne sonore dei film di Akin. Interessante, divertente, bel ritmo (in tutti i sensi), ci sono anche i Baba Zula ovviamente, e altri e fa venire la voglia di tornare a Istanbul e di vedersi anche il resto della Turchia.
Oh. I 7 Samurai. Finalmente ho capito che i cartoni animati giapponesi sono copiati pari pari dai film giapponesi, corrono tutti a gambe larghe con le ginochia piegate, si muovono a scatti e fanno le faccine; non sono i disegnatori, loro si ispirano al reale.

28.3.08

Tanti filmini continua



Ecco.
300.
Quando uscì al cinema non pensai neanche lontanamente di andarlo a vedere, poi cominciarono ad arrivarmi da destra e da sinistra (non in senso politico) opinioni più che positive, e quindi trovandomelo sottomano, l'ho guardato.
C'ho provato, eh.
Le migliore intensioni.
Pregiudizi zero.
E dopo, durante la discussione con i sostenitori (agguerriti più degli spartani), non c'è stato verso.
Ho provato ad apprezzare la grafica, la cura del sonoro, ripetermi il mantra è un fumetto, è un fumetto, è un fumetto...
Non è servito a nulla.
L'ho trovato razzista, retorico, americano (nel senso negativo del termine), omofobico, guerrafondaio.

Curiosando in rete ho trovato una lezione fatta da Wu Ming 1 sul film (c'è sia l'audio che un testo riscritto dopo sempre da lui) in cui pur disprezzandone la carica ideologica cerca di fare un'analisi più generale. Anche se scorrendo il testo molto velocemente mi sembra che più o meno, Wu Ming 1, ne parli male dandone ampie motivazioni. Consiglio l'audio, anche perché racconta di aver visto il film al Cineplex di Pontedera con un pubblico molto interattivo.

Invece, cara Arianna, m'è piaciuto molto, esagerata, diciamo, ho trovato divertente, un altro film che era sempre tra le cose del mio coinqui partito per altri lidi, sempre in una serata in cui avevo voglia di guardarmi qualcosa di leggero. Tremante, dopo l'esperienza di 28 giorni dopo, ho fatto partire Sospesi nel tempo (titolo inglese The Frighteners, decisamente meglio). Il film è di Peter Jackson prima della saga dell'anello e tra gli attori c'è Michael J Fox. Anche qui, come in 28 giorni dopo, siamo alle prese con dei morti ancora troppo presenti, ma la maggior parte decisamente meno spaventosi, alcuni quasi ridicoli, degli zombi inglesi, anche se la locandina non prometterebbe bene.

Per concludere la sezione filmini in camera del coinqui arriviamo a Blood Diamond. Ma non ora, Arianna, la prossima volta.

26.3.08

Tanti filmini

Tempo libero = tempo di filmini.
In ordine sparso, ho visto:
28 giorni dopo. Non avevo la più pallida idea di cosa fosse, era sul computer del mio coinqui partito per altri lidi e l'ho guardato. Volevo qualcosa di poco impegnativo (la scelta era tra quello e I Sette Samurai) e mi sono ritrovata a guardare un horror. Dimmi te. E l'ho pure guardato tutto. A pensarci bene potrebbe essere il primo horror che guardo in vita mia. Oltre ad essere un horror la regia è di Danny Boyle, quello di Trainspotting e di Piccoli Omicidi tra Amici che ci piacquero parecchio (ma anche di The Beach, Millions, Sunshine - deve aver fatto un accordo col comitato generatore di titoli tradotti in italiano per riuscire a mantenere i suoi in lingua originale - senza dubbio un regista ecclettico). Il film, appunto, è un horror ed io non ho grosse cose da dire; varie volte mi sono chiesta perché continuavo a guardarlo, potevo anche smettere ma, beh, volevo vedere come andava a finire, speravo ci fosse un happy ending che mi evitasse di sognare zombie la notte successiva. Sicuramente notevoli le scene di Londra completamente deserta. Belle belle. Ho letto che le hanno girate in digitale (quasi tutto il film è girato in digitale) la mattina presto presto e per pochi minuti alla volta, ma almeno col digitale era più semplice e veloce. Altra scena bella la terrazza sul tetto pieno di recipeinti per la raccolta dell'acqua piovana (ma incredibilmente in Inghilterra non sta piovendo da due settimane) di tutti i colori e le dimensioni. Insomma, decisamente a me non piace il genere, però però... non me la sento di parlarne male.
Come invece parlerò male di 300.
Ma lo farò dopo.

20.3.08

Si avvicina la pasqua




We at the Church of Google believe the search engine Google is the closest humankind has ever come to directly experiencing an actual God (as typically defined). We believe there is much more evidence in favor of Google's divinity than there is for the divinity of other more traditional gods.

We reject supernatural gods on the notion they are not scientifically provable. Thus, Googlists believe Google should rightfully be given the title of "God", as She exhibits a great many of the characteristics traditionally associated with such Deities in a scientifically provable manner.

We have compiled a list of nine proofs which definitively prove Google is the closest thing to a "god" human beings have ever directly experienced.


Prego notare il pronome femminile maiuscolo She.
Cliccare per credere

14.3.08

Dite che poi gli danno il Nobel?




"Scoperto il gene che dà la forma al pomodoro

In uno studio Usa individuata la componente che determina la morfologia dell'ortaggio. Prossime ricerche su zucca, cetrioli e peperoni."

(letto ora su repubblicaonline)

13.3.08

11.3.08

Svegliata

Ho appena scoperto tutta questa faccenda di Giovanni Lindo Ferretti e Giuliano Ferrara.
Se come me eravate rimasti indietro andate qui e qui.
Va be' che ha sempre 'mischiato le suggestioni cattoliche delle sue origini e la tradizione comunista della sua terra'. Ma così è troppo.
Forse ora capisco perché gli avventori dell'anonimo pub nella mia strada cantavano a squarcia gola le sue canzoni.
Sono sconvolta.
Domani questo blog osserverà unan giornata di lutto straordinario... mi devo riprendere.

Non ci resta che ridere

Ieri ho dato un'occhiata al blog di Gabriella Carlucci, di cui si parla su vari blog perché si è messa a disquisire di fisica mi sembra con alcuni famosi scienzati, nel senso che pare che lei stia facendo una lezione a loro. Non sono entata in merito alla faccenda, anche perché di fisica mi sa che ne capisco anche meno di lei.
Però mi sono letta la sezione 'Noi siamo diversi'.
Che dire!

3.3.08

No country for old men



Caro Anthony,
domenica scorsa sono andata a vedere l'attesissimo almeno per me film dei fratelli Coen No country for old men, e ho pensato uao, bello. A partire dal loro modo di girare, ho trovato tutto notevole: le immagini, che sono lente, che si soffermano su particolari insoliti, la storia, gli attori, i personaggi, il personaggio soprattutto interpretato da Bardem (ma chi c'era nella giuria degli Academy Awards? Quentin Tarantino?). Tornata a casa, a parte una scomessa persa con Mr Bart (io ero convinta che Bardem avesse vinto l'oscar come miglior attore protagonista, Mr Bart diceva di no e naturalmente aveva ragione, questi inglesi) sono corsa qui su internet a vedere se il mio guru della scienza della critica cinematografica, anche lui inglese, e che scrive sul New Yorker, avesse per caso fatto lui la recensione al film. E infatti sì. Che bello.
Ma dopo varie letture, continuo a essere perplessa.
Ecco, Tony, ho l'impressione che non ti sia piaciuto. Ho letto e riletto il tuo articolo, lunghino come al solito e pieno di termini eruditi, e non mi è tuttora chiaro, ma non mi sembri convinto. Hai per caso parlato con Gramellini? Sei diventato buono? Impossibile.
Cominci col paragonare le immagini delle praterie del Texas con quelle della Savana. Non capisco se questo va bene o no.
Poi dici che se vuoi uomini di legge cinici e fuggitivi intelligenti e calcolatori avresti scelto Elmore Leonard e non McCarthy. Non so che dire, non ho letto né l'uno né l'altro. Ma perché McCarthy no?
Poi mi sembra di capire che non ti piace questa lentezza, come se fosse Faulkner, dici. Anche qui, che dire, ho provato a leggere Mentre morivo di Faulkner in inglese ma non ci capivo niente e ho dovuto abbandonare, ma sembrava bello. Dici che i Coen fanno del feticismo fatalista, intendendo le inquadrature dei coltelli che svitano le viti, la bottiglia di latte freddo che ancora evapora, le tracce di polvere sul fondo delle tubature dell'aria condizionata, e le innumerevoli pozze di sangue che lentamente si allargano. Feticismo fatalista. E allora? Perché no?
Dici che le innumerevoli mostruosità vengono commesse in totale rilassatezza, ma che secondo te è in realtà mancanza di passione. Dici che i Coen hanno ancora quel gusto per lo schifiltoso tipico dei più piccoli, e che ci sfidano ad avere la stezza loro freddezza adorando Chigurh (lo spietato killer) per la sua.
Dici che il film è troppo lungo, che dopo un'ora e un quarto si era già capito dove i fratelli volevano andare a parare e ti è sembrato che loro, come l'invincibile cattivo, avrebbero anche potuto continuare così per sempre.
Dici, mi sembra di capire, che i Coen hanno fatto solo un esercizio di stile, prendendo il genere drammatico western con vendetta e copiandolo senza aggiungerci niente di personale o passionale.
Infine, dici, che non ti è piaciuta la capigliatura di Bardem.
Carissimo Anthony Lane, questa volta, non sono d'accordo, ma proprio per niente, e non sto qui a confutare ogni tuo punto, ti dico soltanto che la capigliatura di Bardem era perfetta, come il resto del film.
Comunque con affetto.
Tua
Sburk


Cara Sburk,
mi scusa per mio italiano.
Dico vero a tu e a tutti lettori tui, tanto son four cats.
Joel e Ethan Coen non dice mai ciao a me.
Quindi io scrive male di film.
Così capisce chi sono io.
Americani devono impararele buone maniere. Non pensa anche tu?
Sinceramente,
AL

iJam

Il non giovane

Già me lo vedo: ora si tingerà i capelli di bianco, non prima di essersi strappato quelli che si era fatto impiantare qualche anno fa, però, e andrà in America a rifarsi le rughe. Tocco finale un bel bastone.
Cosa non si fa per distinguersi dal giovane Walter.