30.8.08

Holiday in Cambodia/2

Io, fedele alla Lonely Planet, i tappi per le orecchie me li sono portati. Prima di partire sono andata in farmacia e me li sono comprati. Per la prima volta. Su consiglio di un'amica esperta non ho preso quelli di cera, in un posto caldo squaglierebbero, ma quelli di gomma.
Sono gialli. Dei piccoli cilindri.
Nel bellissimo e svizzerissimo areoporto di Zurigo, sdraiata compostissima di fronte a me, c'era una ragazza che dormiva, aveva la mascherina sugli occhi e dall'orecchio le spuntava un piccolo cilindro giallo.
In Cambogia i tappi per le orecchie li ho usati una sola volta. A Phnom Penh, una notte in un albergo lungo il fiume Mekong. La nostra camera dava sul retro, perché lungo il fiume, diceva la Lonely Planet, e l'ho potuto constatare dal vivo, c'era un gran canaio. Ma durante la notte, non so bene quando, deve essere partito qualche karaoke in qualche strada sul retro.
Aha!
Ecco che sono mi sono tornati comodi i tappi per le orecchie.
Funzionano.
Ma forse ci si deve un po' fare l'abitudine, ad avere questi corpi estranei nelle orecchie. Poi ti prende la paranoia che magari li hai pure messi male.
Nell'albergo ci siamo anche tornati prima di rientrare in Italia, e abbiamo chiesto una stanza più silenziosa.
Sì sì, c'hanno detto.
E infatti c'hanno messo in una camera senza finestre, o meglio aprivi le tende e dietro la finestra, perché la finestra esisteva, c'era un muro.
Una stanza insonorizzata, insomma.
Per capire se aveva smesso di piovere si doveva prendere l'ascensore, scendere a pian terreno e uscire dall'albergo.
Ma il sonno era assicurato.




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29.8.08

Holiday in Cambodia



La Cambogia.

Pausa
(durante la quale cancellerete dalla mente l'immagine di Pol Pot per sostituirla con un fiume immenso chiamato Mekong, un lago che sembra un mare chiamato Tonle Sap, risaie a perdita d'occhio, palme sparse, natura rigogliosa, templi insospettabili, gente sorridente, e un po' di fantasia per favore, ve la devo spiegare tutta la Cambogia? Fatto? Bravi)
Quest'anno A/R ha fatto una capatina nel sudestasiatico (o Indocina, ma sa troppo di coloniale) e ve la consiglia vivamente.
Per tanti motivi.

Intanto questo:

Viaggio in pulman non proprio granturismo ma con aria condizionata e dotazione di bottiglietta d'acqua Siem Reap-Phnom Penh
Premessa: Le strade della Cambogia non sono tante. La Cambogia non è neanche tanto grande, comunque. Ma ci sono, e sono asfaltate. Diciamo però che non sono proprio larghissime e sono parecchio trafficate. Da automobili, ma soprattutto motorini.
Motorini con sopra una persona.
Motorini con sopra due persone.
Motorini con sopra tre persone.
Motorini con sopra quattro persone.
Motorini con sopra tre persone è un palo di ferro lungo 4 metri.
Motorini con sopra una persona e una cesta che potrebbe contenere due motorini senza persone.
Motorini con sopra due persone e parenti vicini e lontani.
Sui motorini di solito le donne siedono dietro e di traverso.
Anche i monaci buddisti siedono dietro e di traverso (per via della tunica, no?)
I monaci buddisti hanno l'ombrello in tinta con la tunica (lo so non c'entra niente con i motorini ma mi ha colpito)
Sui motorini anch'io sono salita dietro e di traverso, e non ho perso le ciabatte.
Sui motorini il casco non lo mette quasi nessuno; tranne quando piove, allora il casco torna utile soprattutto per la visiera.
Tuttalpiù, sui motorini la gente si mette le mascherine per non ingerire troppa polvere; tranne quando piove, perché non serve più.

In una situazione del genere la scelta dell'autista di pulman, un mezzo alquanto ingombrante, possono essere due. O meglio due sono state le scelte che io personalmente ho visto mettere in pratica.

La prima.
Andare a 30 chilometri all'ora.
Rendersi conto che la destinazione è veramente vicina, dietro quel palmeto laggiù, ma a questa velocità hai capito perché ci metterai quelle quattro ore previste dal tipo dell'albergo. Oltre a quella mezzora in cui ti fanno gentilmente scendere a sgranchirti le gambe e a rilassarti, ma che pensiero carino, un attimino nel caldo umido e parecchio appiccicoso di mezzogiorno (sul pulman c'era l'aria condizionata) in mezzo a 50 bambini che ti vogliono vendere una busta di ananas e del pollo arrosto (credo) rosso fosforescente. In tutto alla fine ci abbiamo messo cinque ore e mezzo.

La seconda.
Andare ad una velocità sostenuta e suonare il clacson per tutto il tempo, in continuazione, sempre sempre sempre, ma proprio sempre, clonk clonk clonk, pepèèèèè, neninenineni, per tutte quelle quattro ore e mezzo.

Sono scelte.
Personali.

Inoltre, il nostro suonatore di clacson era anche un appassionato sputatore con scaracchio preparatorio. Aggiungete la televisione sintonizzata su un programma musicale orientale a volume non ignorabile e capite perché uno dei primi consigli della Lonely Planet per la Cambogia è quello di portarsi i tappi per le orecchie.

(La foto non c'entra niente col pulman sul quale abbiamo viaggiato - vi pare che su quello ci possa essere l'aria condizionata?)

4.8.08

Comunicazione di servizio


Forse credevate che fossi andata via per le vacanze.
Invece no.
Ci vado domani.
Con fantasmagoriche avventure da raccontare, si spera.