11.11.08

Claudio Morganti - Scimmia

Quattro figuri.
Quattro figuri vesititi normalmente. Di altezze variopinte e ben bendisposti. Forse un po' stanchi. Erano le 23.00 di una lunga giornata come tante.
Quattro figuri, due a due si ritrovarono a teatro, senza dirselo neanche troppo. Era sottinteso.
Nella piccola piccolissima sala si sedettero, i quattro figuri, uno accanto all'altro, sesta fila centrale.
Quattro figuri rilassati in attesa di essere spettacolorati.
Buio.
Buio buio buio.
Una luce tenue.
Tenue tenue tenue.
Illumina appena appena un uomo vicino a un tavolo che beve un bicchiere di vino (anche lui!) e che poi si veste. Lungo camicione, turbante in testa, sciarpina al collo.
E poi buio.
E poi cono di luce.
E poi ciarlatano-imbonitore in mezzo al cono di luce. Che parla parla parla...
E poi donna seconda fila a sinistra ride. Ride sguaiatamente. Ride forte. Ride tanto. Ride a bocca spalancata. Si piega in due dalle risate. Cade dalla sedia. Rotola giù. Giù giù giù.
E poi donna ottava fila a destra ride. Ride sguaiatamente. Ride forte. Ride tanto. Ride a bocca spalancata. Si piega in due dalle risate. Cade dalla sedia. Rotola giù. Giù giù giù.
I quattro figuri, variopintamente diversi, si guardano l'un l'altro muti, si stringono a sé. Sono seri, i quattro figuri.
Tutta la sala ride. Si contorce sulle sedie, che non ridono, almeno loro. Ma la sala, lei sì che ride agli ordini delle due donne rotolate giù giù giù. E ridono ancora di più quando nel secondo cono di luce entra la scimmia e la sua sfavillante giacchina sfavillante.
Una scimmia perfetta, con alluce scimmiesco sinistro incluso.
Ma la sala ride ride, invece.
I quattro figuri no, son seri.
Immobili.
Impassibili.
Attenti.
E allora, ma cosa cazzo c'è da ridere, i quattro figuri urlano alzandosi in piedi in un sol uomo e tre donne.

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