22.1.09

Intervento divino, Private


Qui a Pisa c'è l'Arsenale.
Evviva l'Arsenale.
E' un cineclub, piccolino, in centro, a Pisa.
Quando andavo a scuola ci passavo le giornate, quattro film di fila non credo di averli mai visti, ma forse tre, sì. A quel tempo, in cima al vicolo c'era anche un negozio che vendeva caramelle e dolciumi vari, da grossi barattoloni di vetro. Preistoria. E noi facevamo una corsa tra un film e l'altro. Ora c'è un'agenzia immobiliare al posto di quel negozio.
A quel tempo all'Arsenale incontravi sempre qualcuno che conoscevi. Certe volte anche il tizio di scuola che non sapeva neanche della sua esistenza e che ci morivi dietro, e allora il film non ti accorgevi neanche di cosa parlava, per due ore ti chiedevi se ti stava guardando, oppure a seconda della postazione non guardavi il film guardavi lui. Ora succede raramente, molto raramente, di incontrare uno che conosci, uno che ci muori dietro poi, non succede neanche per sbaglio.
Ma l'altro giorno è successo. Ho incontrato una che conoscevo. Pure simpatica.
Intervento divino è del regista palestinese Elia Suleiman che appare anche come attore. E' un bel tipo. Con un nocciolo di albicocca lanciato casualmente dall'auto fa saltare in aria un carrarmato. Chi non ha mai desiderato un potere simile? Ma il suo film è pieno di super eroi: c'è una combattente palestinese che si trasforma in ninja, lievita, ed ha la meglio su qualche soldato israeliano; un'altra donna, col solo potere della sua bellezza e del suo sguardo piega una torretta ad un check-point israeliano; c'è anche babbo natale che scorrazza col suo sacco di regali su e giù per le colline ma che nonostante i suoi poteri fa una brutta fine. Intervento divino è fatto così, non c'è una narrazione, varie scene più o meno collegate tra loro, con dei dialoghi, pochi, fantastici in tutti i sensi del termine. Elia Suleiman sceglie di tenere la telecamera quasi sempre fissa, e i suoi personaggi entrano e escono da quel riquadro. Chissà poi dove vanno? Elia Suleiman è diventato il mio nuovo mito, qui c'è una cosa che ha scritto su Edward Said (per chi non lo sapesse uno dei maggiori conoscitori della questione palestinese, professore alla Columbia University, morto non molto tempo fa). Elia Suleiman ha fatto un corto di 15 minuti intitolato Cyber-Palestina che racconta di Giuseppe e Maria dei giorni nostri che cercano di passare la striscia di Gaza per raggiungere Betlemme. Lo voglio.
Private, è di Saverio Costanzo. Figlio, ma non sembra proprio. Intanto è pieno di capelli. L'avevo già visto, il film, ma non me lo ricordavo. Film angosciante, una delle altre cinque persone nel cinema a un certo punto si è alzata e se n'è andata. L'ho capita. Peccato non aver incontrato nessuno quel giorno al cinema, gli avrei stritolato le mani, le braccia, gli avrei detto qualcosa tipo "Oddio ora la scoprono; oddio ora l'ammazzano", ma ero sola, su tutta la fila di poltrone. Il film si svolge a Gaza, in una zona isolata, in una casa di una famiglia palestinese, nella quale una notte irrompono alcuni soldati israeliani che vogliono la casa per sé. In realtà il film è girato nella Locride, ma gli attori, bravi soprattutto il padre della famiglia palestinese, sono tutti palestinesi e israeliani.

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