25.3.09

Magritte. Il mistero della natura



Ancora per poco, fino al 29 marzo, a Palazzo Reale a Milano c'è la mostra "Magritte. Il mistero della natura". La redazione al completo di A/R c'è stata per voi.
Le opere in mostra sono molte, e alcune molto famose, come L'impero delle luci (la casa di notte col cielo di giorno), La magia nera (la donna nuda con metà corpo fatto di cielo), Il donatore felice (uno dei tanti quadri con la silhouette dell'uomo con la bombetta), Il ritorno (un altro quadro con un'immagine ricorrente, quella dell'uccello con le nuvole), La tomba dei lottatori (la rosa gigante nella stanza, o a secondo dei punti di vista, la rosa normale nella micro stanza), i suoi cieli, che belli i suoi cieli con tutte le nuvolette (ah quelle dei Simpson, ha detto il mio coinquilino). Ma nonostante la loro grande visibilità, per me rimangono affascinanti, soprattutto L'impero delle luci.
Uno dei pochi quadri che conoscevo perché c'era il poster in una casa che frequentavo molto, molto tempo addietro, quella del treno che esce dal camino, e che in quella casa era appoggiato, il poster, proprio davanti al camino che raramente accendevano e che assomigliava tantissimo al camino di Magritte, non c'era. L'opera si chiama Il tempo trafisso (o pietrificato).
A proposito dei titoli dei quadri, Magritte stesso dice: I titoli dei quadri non sono spiegazioni e i quadri non sono illustrazioni dei titoli.
C'era invece il piccolo quadro, ma era soprattutto un disegno, della Torre di Pisa sorretta da un cucchiaio.
Tra le tanto opere che non conoscevo forse quella che mi è piaciuta di più è I compagni della paura (sono delle civette e gufi che prendono forma da alcune foglie). Anche i suoi alberi foglia, mi sono piaciuti parecchio.
Insomma, René Magritte mi è molto piaciuto, e mi sono fatta l'idea che lui doveva essere simpatico, come mi stanno simpatici in genere i vari appartenti alle varie correnti surrealiste o dell'assurdo. Secondo me si divertivano un mucchio. Stavano sempre a fare scherzi, happenings, si inventavano giochi, giochi di parole. Quando però diventano troppo assurdi o surreali, allora non riesco più ad apprezzarli, credo perché non trovo niente di familiare a cui agganciarmi (per esempio mi fa quest'effetto qui Ubu Roi di Jarry), o questa comunque è la spiegazione che mi sono data. I quadri di Magritte invece mostrano figure familiari che diventano non realistiche cambiando alcuni dettagli certe volte anche minimi, come la luce, e altre volte palesemente percepibili, come gli uccelli che prendono forma dalle foglie. Un elemento che ricorre spessissimo nei suoi quadri e che non sono riuscita a capire è la sfera: una normale sfera di solito bianca, che sembra un pianeta, certe volte con una striscia o spaccatura che corre lungo il centro orizzontalmente, come una specie di equatore. Sembra qualcosa uscito fuori da odissea 2001 nello spazio. Ma non danno troppa noia, stanno lì, di solito in un angolino.

Sul blog Andreagulp ho scoperto che le palle in realtà sono sonagli che dovrebbero risvegliare l'osservatore dal torpore onirico dell'arte. Lui li cita per parlare di youtube.

2 comments:

Michele said...

buonperté che te ne vai in giro a vedere mostre e a sentire concerti mentre io me ne sto a casa a vedere brutti film! comunque se ti capita di andare a Bruxelles vai a vedere la casa-museo di Magritte, ti piacerà di sicuro!

sburk said...

Mi piacerebbe. Mi sembra poi che forse a giugno, non ricordo, inaugureranno un museo tutto per lui.