6.3.09

Solo show


Vinicio Capossela sta bene. Lo si intuisce guardandolo lì sul palco del Teatro Verdi di Firenze. Lo si intuisce bene forse anche perché eravamo in quarta fila, e io gli ho visto gli occhi che brillavano ogni volta che ci guardava per raccontarci qualche anedotto sulla canzone che stava per cantare.
Vinicio Capossela è in gran forma. Il concerto è durato quasi tre ore e lui ha cantato e saltato tutto il tempo. Certo la maggior parte del tempo sta seduto a qualche pianola, grande e piccina, ma l'energia si vedeva.
Vinicio Capossela sorride sempre, anche quando si mette la maschera di minotauro e si arrampica sulla gabbia.
Non sbaglia una nota, neanche quelle di Il gigante e il mago, prima canzone dell'ultimo CD, Da Solo, e con cui apre il concerto, e che a me non piace un granché, ma ieri sera sì. Nella prima parte del concerto fa precisi precisi, pari pari, in ordine, tutti i pezzi del CD, e sono veramente uguali al CD, ma sono totalmente diversi. Davvero.
Vinicio Capossela sul palco si diverte un mucchio, e te lo fa capire. Soprattutto se sei in quarta fila e un po' laterale.
Nella seconda parte del concerto canta canzoni vecchie, molte da Canzoni a manovella, qualcosa da Ovunque proteggi, ma anche Che cos'è l'amor e All'una e trentacinque circa. E non è banale, ma vorresti non finisse più, perché sono belle e lui le sa cantare proprio bene.
Con Vinicio Capossela impari sempre qualcosa. Per esempio che esiste uno strumento che si chiama theramin e che si suona muovendo le mani su e giù ma anche di lato, come se tu stessi scacciando una mosca. Ma non si tocca lo strumento, che è una specie di scatola rettangolare con un'antenna, le mani interagiscono solo con le onde. Credo. Ma sicuramente non è Vincenzo Vasi che ci prende in giro. Vincenzo Vasi, chiamato Lupo, suona una serie di strumenti strani oltre al theramin (vibrafono, marimba, glockenspielt, campionatori e piani giocattolo). Prometto prossimamente una lezione sul glockenspielt, contenti? Gli altri musicisti sono meno stravaganti: Mauro Ottolini (susafono, trombone, bombardino e giocattoli), Achille Succi (sassofono, clarinette e clarinetto basso , giocattoli), Alessandro Stefana (chitarra, banjo, elettronica, autoharp, slide guitar, violinarpa).
L'atmosfera è sempre un po' quella del circo e del burlesque e quindi non potevano mancare il gigante, il mago, la squinzia anoressica del mago che più tardi farà anche la medusa, e un bel giocoliere, ma di questi, Vinicio te lo devo dire, se ne poteva fare anche a meno.
Infine, altri grandi protagonisti del concerto sono i cappelli: da marajà, perché se no la canzone non viene per niente bene, tube varie, cappelli di paglia, da marinaio; e guardandoci in giro per il teatro capiamo subito che il vero fan di Capossela è quello col cappello giusto. Se ne vedono tanti. Noi non li abbiamo. Ci sprofondiamo timide nelle poltrone e ci godiamo il Solo Show lo stesso. Tanto tanto.

(foto by dani)

2 comments:

Tina Malvaldi said...

urca. ho scoperto un mondo... sono contento che la serata sia andata bene! e che i posti vi abbiano permesso di leggere lo scintillio dell'occhio ;-)

Anonymous said...

Prologo:
Partenza abbstanza scorrevole sui nostri racconti, una sigaretta, qualche colpo di tosse, attenta all’autovelox e poi vai che a Firenze c’è traffico.
Alle 20.19 ora di punta
“sarà successo qualcosa?”
“No, so che Firenze è sempre così piuttosto dove si va?”
“Ma..io andrei di là e parcheggerei nei pressi appena troviamo posto”.
Va bene, sono d'accordo.
Passo, perché no?
il rosso non è un colore al semaforo fiorentino.
Di entrare entreremo, e forse la prima canzone sarà andata.
Al massimo in piedi, così si balla…
cavolo però, una volta che avevamo gli accrediti in platea!

IV fila 21-23: loro in ritardo, noi in tempo. Sedute dopo bagno e cibo. Perfetto: si può cominciare.