22.5.09

Da grande voglio fare Werner Herzog


Herzog.
Un nome sempre sentito e circondato da un alone di mistero; dalle faccie di Klaus Kinski e dalle leggende su Fitzcarraldo.
Non avevo mai visto niente, del regista tedesco fino a quando una malata di herzogmania mi ha attaccato la malattia e passato qualche film.
Per ora ne ho visti solo due: Aguirre furore di Dio e Cobra Verde.
E' stato un colpo di fulmine. Soprattutto col secondo ma solo perché l'ho visto al cinema, mentre il primo sullo schermo del macchino.
Tutte e due i film hanno come protagonista Klaus Kinski - Herzog ne ha girati cinque con lui, tra cui il mitico Nosferatu. E sicuramente la presenza di Kinski caratterizza molto i due film, ma anche Herzog lascia la sua impronta. Il primo è del 1972 e il secondo del 1987. Il primo si svolge in Sud America e racconta della ricerca dell'Eldorado mentre il secondo prima in Sud America poi soprattutto in Africa, Ghana credo, e racconta le avvenute di un personaggio un po' bandito, un po' negrerio, un po' conquistatore. Tutte e due sono storie eccentriche di personaggi eccentrici. Ma l'altra grande protagonista in tutte e due è la natura, il paesaggio, che sia in Sud America che in Africa è travolgente. Noi europei abituati ai nostri paesaggi così umanizzati rimaniamo sconvolti, anche quando la vediamo al cinema, questa natura che ancora domina (sì sì, Herzog mi ha decisamente preso). Tutte e due poi sono film grandiosi, storie avventurose, delle specie di colossal; ma niente a che fare con i colossal americani finti. Ecco, per quanto Herzog racconti storie al limite della realtà, i suoi film li senti veri, reali, i conquistadores erano davvero così, le tribù ed i re africani davvero così.
Insomma, non so se si percepisce l'entusiasmo.
Entusiasta quindi vado su Wikipedia e scopro che:
- abbandonato dal padre da piccolo cresce fino a 12 anni con la madre e i fratelli in un piccolo paesino della Baviera, dove non esisteva radio, cinema, televisione. Grande contatto con la natura però;
- non vede un automobile fino a dodici anni e fa la prima telefonata a diciasette;
- a dodici anni con la famiglia si trasferisce a Monaco, per proseguire con la scuola, ed in una pensione dove abita per qualche tempo incontra, nientepopodimeno che quel Klaus Kinski; e a dodici anni capisce che avrebbe fatto il regista e diretto Kinski;
- sua grande passione sono i viaggi a piedi, a quindici anni andò a piedi da Monaco all'Albania;
- ha fatto un film sul salto con sci, perché a un certo punto da grande voleva fare quello;
- per ritrarre la passività di un villaggio bavarese di fronte a una catastrofe imminente, Herzog ipnotizzò di persona tutti gli attori (non professionisti) del cast, facendoli recitare in stato di trance;
- alla notizia che un'isola del pacifico, Guadalupa, stava per essere distrutta dall'eruzione di un vulcano e che un solo uomo si era rifiutato di lasciare la propria casa, nonostante il pericolo, si precipitò sul luogo. Il vulcano però non erutta e il film diventa una "cronaca di una catastrofe inevitabile che non ha avuto luogo";
- ed altro ancora;
- insomma, ha fatto un po' quello che gli pareva ed anche di più.
E per ora su Herzog mi fermo qui; perché Herzog è un mondo e questo post è solo una goccia nell'oceano.
E non sto esagerando neanche un pochino!

3 comments:

Michele said...

propongo al più presto una visione di fitzcarraldo

Sburk said...

Sì!!!! Tu ce l'hai?

Anonymous said...

mi chiamo walter, sono affetto dalla sindrome di Herzog.
come tutte le manie sane, quelle che hanno un senso, ho avuto un picco molto acuto per poi stabilizzarmi in maniera non più reversibile.
Sono spiritualmene molto vicino a tutti i discepoli, che considero esploratori dell'ignoto, dei segreti che la creazione nasconde tra le sue pieghe.
Al di là dell'enfasi, auguro a tutti un Herzog al giorno, e il medico... pussa via