30.6.09

Sinestesia

Figura retorica consistente nell'associare due termini che si riferiscono a sfere sensoriali diverse.
(Garzanti linguistica)
(Sus: !!)

Lo sperimentale


Così si chiamava quando lo facevo io, anche se per metà il liceo scientifico non era sperimentale, ma 'normale' - il tizio è del normale, si diceva. Ovvio tra sperimentale e normale si faceva a chi era meglio e si vinceva sempre noi. Poi c'erano anche i geometri, ma chi li ha mai visti. In quinta una mia compagna di classe era fidanzata con uno di loro e questo è stato il massimo dei miei contatti; il nostro auditorium poi confinava con il loro e si diceva che la parete che ci divideva poteva essere tolta per avere così un unico gigante auditorium ma nei cinque anni che sono stata lì non è mai successo e magari non era proprio vero anche se il Concetto Marchesi, così si chiamava tutta la struttura che ospitava anche un paio di biblioteche e uffici della Provincia, era stato proprio pensato e costruito come una grande spazio sempre aperto e modificabile a seconda delle necessità.
Negli anni in cui lo frequentavo io cominciarono purtroppo a chiuderlo. Ci furono dei furti prima, mi sembra di ricordare, e poi una mattina arrivammo a scuola e nell'atrio principale c'era un'enorme svastica fatta con la spazzatura. Da spazio aperto, frequentabile sempre, non dico le aule, ma il famoso tetto, e il prato dietro la biblioteca, diventò chiuso, come tutte le altre scuole, costruirono dei cancelli intorno a tutto il perimetro che a un certo punto si chiudevano. Sempre negli anni in cui lo frequentavo io cominciarono ad aggiungere pareti. Mancavano gli spazi ed alcuni atrii dove ci incontravamo durante la ricreazione vennero trasformati in aule; anche parte del cortile dove io una volta parcheggiavo la bicicletta venne trasformato in aule.
All'inizio però era una scuola mitica: c'aveva la piscina, la mensa, il bar, due palestre e gli spogliatoi, una vera biblioteca ed un vero campo sportivo con campi di pallacanestro e pallavolo, e l'asta e il materasso per diventare tante saresimeoni. Vuoi mettere! A Pisa c'era, e c'è ancora, un altro liceo scientifico, ma la scelta per il Buonarroti era facile.
Ora pare che il comune di Pisa lo voglia demolire, pare addirittura per costruirci palazzine residenziali. Trovate tutto quello che c'è da sapere qui, qui e qui. Pare che il motivo sia che è troppo complicato e dispendioso rimetterlo a posto, perché effettivamente negli anni il Concetto Marchesi è andato decadendo, anche se a me viene da pensare che forse le varie amministrazioni locali se ne siano poco occupate. A cominciare dal campo sportivo, che non credo ci sia bisogno di particolari professionalità e comitati programmatici per prevenire la crescita di erbacce. Per quanto riguarda il resto della struttura, già ai miei tempi non era messo proprio bene, soprattutto ricordo i buchi nelle pareti di cartongesso. E poi c'è sempre stata discussione intorno alla sua bruttezza: io non so dire se sia brutto, anche perché ci sono molto affezionata al mio liceo nonostante il mio coinquilino, al quale sono anche molto affezionata, abbia avuto al Buonarroti una frequenza più complicata - ma erano tempi diversi i nostri. Certo mi vien da pensare che se negli anni fosse stata fatta della vera e seria manutenzione ora avrebbe un aspetto migliore. Infatti credo non sia per l'opera fisica in sé che sono contraria alla sua demolizione (la raccolta di firme contro la demolizione invece è partita proprio da un gruppo di architetti che difendono l'opera e l'architetto) quanto per l'idea di scuola e spazio che ha cercato di rappresentare e di portare avanti. E che per un bel po' di tempo ci è anche riuscita.
Evviva la mia scuola.

26.6.09

Cogliere l'attimo


Fotografare un fulmine, pare, dia molta soddisfazione (vedi post qui sotto)... ma questa foto della razza che salta fuori dall'acqua per sfuggire a un'orca è bellissima.
Mic mi dispiace.
La foto è stata fatta in Nuova Zelanda da un neozelandese, Brett Phibbs.
E la razza, ce l'avrà fatta?

25.6.09

Trrrrremiti


Rieccomi qua!
Ero alle Tremiti.
Che sono 5 isolette al largo della Puglia nel Mar Adriatico. Due si chiamano Pianosa e Capraia, ma sopra non ci sta nessuno e Pianosa è anche lontana dalle altre. Le altre quattro invece sono vicine vicine, che volendo te le puoi fare anche a nuoto, con la canoa sicuramente meglio. Cretaccio praticamente è solo uno scoglio, sopra non c'è neanche un albero. L'autista del pulmino dell'albergo appena arrivati ci ha detto che su Cretaccio c'erano i fanghi e che la gente se li andava a fare, ganzo abbiamo pensato, ma il barcaiolo che ci ha traghettato a San Nicola per la modica cifra di 5 euro a testa (come dicevo ci si arriva a nuoto, saranno 500 m - sì forse di più ma sono vicine vicine davvero) ci ha detto che c'è solo creta e che quelli che vanno a cospargersi di creta non sono tanto normali secondo lui. Cretaccio però è stato il pilone di un ponte che doveva collegare le due isole maggiori, ci ha detto quello che guidava il gommone per andare a fare le immersioni, anche se non ho capito se il ponte ci sia mai stato veramente o se fosse solo un progetto. San Nicola è forse la più affascinante delle isole, le sue coste sono tutte a strapiombo e in cima c'è una grossa fortificazione, con chiesa, convento, chiostri, e tutto quello che serve ai monaci che però non credo ci abitino più, io almeno non li ho visti; fuori dalla costruzione comincia una bella passeggiata su una spianata che domina il mare e che arriva fino al cimitero. Deludente: hanno pensato bene di sostituire le vecchie tombe con degli obrobri moderni. Su San Nicola ci sono dei negozietti di souvenir, dei ristoranti, uno dei quali, quello dei filtri d'amore, assolutamente da evitare, ci ha detto il nostro barcaiolo, e dei bar. Un po' di persone ci abitano credo, ma proprio pochine. San Domino è l'isola dove c'è tutto il resto, alberghi, bar, discoteche in pieno centro con della musica bruttissima e altre in pineta un po' meglio, pizzerie, la conad, centri sub uno sopra l'altro, ed è piccola. La discoteca in centro si chiama Diomede, che sarebbe l'eroe greco che non mi ricordo bene come ha contribuito all'origine delle Tremiti, ma per noi è diventata una perfetta imprecazione e l'accento è già sulle 'e'. San Domino è molto verde, piena di pini e di capperi, di lampioni e panchine, è soprattutto rocciosa, una roccia bianca che rende il mare turchese e fa male ai piedi, è piena di donne dell'est, solo donne, giovani, che lavorano nei bar e nei supermercati ma che devono sempre chiedere conferma alla padrona, che è italiana. Su San Domino insomma c'è un mucchio di roba e immagino a luglio e agosto anche un mucchio di gente. Probailmente c'è un mucchio di gente anche sott'acqua dove almeno però ci sarà silenzio - oddio con i motoscafi e le moto d'acqua chissà. Sott'acqua oltre ai piloni, c'è anche una statua enorme di padrepio, ma noi non l'abbiamo vista; invece abbiamo visto polpi nelle tane, aragoste fuori dalle tane, gronghi che se li chiami con le dite escono fuori dalle tane e se non stai attenta ti danno pure un morsetto, gamberi fantasma che gli vedi solo gli occhi, gamberi normali che tanto vederli è sempre un'impresa e tanti tanti pesci; qualcuno ha visto un barracuda ma secondo gli altri l'azoto gli aveva dato alla testa, a quel qualcuno, non al barracuda. E poi ci sono anche grotte, cunicoli, sifoni e panettoni (si chiamano così). Ci sono barche affondate dei primi del novecento e anfore romane; e anche una macchina e un aereo, ma lì neanche ci hanno portato. E c'è, dice, l'immersione notturna più bella del Mediterraneo, ma purtroppo quella notte lì sono venuti giù fulmini e tuoni e qualcuno è pure riuscito a farci una bella foto (è una prova quella, mica un barracuda).
(Foto di mic)

12.6.09

Istruzioni


Goya, Galileo sotto inquisizione


Sette regole per "appendere" il sospettato

L’inquisitore e il vescovo possono sottoporre qualcuno alla tortura? In caso affermativo, a quali condizioni? Essi possono ricorrere alla tortura, conforme alle decretali di Clemente V (Concilio di Vienne), a condizione di deciderlo insieme. Non ci sono regole precise per determinare in quali casi si possa procedere alla tortura (Sospensione del condannato con funi e caduta con strappi di corda ). In mancanza di giurisprudenza precisa, ecco sette regole di riferimento.

1. Si tortura l’accusato che vacilla nelle risposte, affermando ora una cosa, ora il contrario, ma sempre negando i capi d’accusa più importanti. Si presume in questo caso che l’accusato nasconda la verità e che, pungolato dagli interrogatori, si contraddica. Se negasse una volta, poi confessasse e si pentisse, non sarebbe considerato un “vacillante” ma come “eretico penitente” e verrebbe condannato.

2. Sarà torturato il diffamato che abbia contro anche un solo testimone. Infatti la pubblica nomea più un testimone costituiscono insieme una mezza prova, cosa che non stupirà nessuno dal momento che una sola testimonianza vale già come un indizio. Si dirà testis unus, testis nullus? Ciò vale per la condanna, non per la presunzione. Una sola testimonianza a carico dunque basta. Tuttavia, ne convengo, la testimonianza di uno solo non avrebbe la stessa forza di un giudizio civile.

3. Il diffamato contro il quale si è riusciti ad accumulare uno o più indizi gravi deve essere torturato. La diffamazione più gli indizi bastano. Per i preti, basta la diffamazione (tuttavia si torturano solo i preti infami). In questo caso le condizioni sono sufficientemente numerose.

4. Sarà torturato colui contro il quale deporrà uno solo in materia di eresia e contro il quale si avranno inoltre indizi veementi o violenti.

5. Colui contro il quale peseranno più indizi veementi o violenti verrà torturato, anche se non si dispone di alcun testimone a carico.

6. A maggior ragione si torturerà colui il quale, simile al precedente, avrà in più contro di sé la deposizione di un testimone.

7. Colui contro il quale si ha solo diffamazione o un solo testimone o un solo indizio non verrà torturato: una di queste condizioni, da sola, non basta a giustificare la tortura.

Tratto da:
Fra Nicolau Eymerich, Manuale dell’Inquisitore. Ed. Piemme. Casale Monferrato, 1998

(da wikipedia, naturalmente)

10.6.09

Voi umani siete proprio strani

Ora, siccome Cromwell era già morto quando tornò sul trono il re, impiccarono il cadavere. Va bene che era il 1660, però, suvvia, impiccare un cadavere, bisogna essere proprio fissati.

Gramellini in forma

Incollo qua sotto due articoli di Gramellini dalla sua rubrica Buongiorno su La Stampa:

9/6/09
Dieci domande qualunque

1. Ma vi sembra normale che solo agli italiani non faccia effetto essere governati da chi condiziona il loro immaginario attraverso le televisioni?

2. Ma vi sembra normale che in tutte le interviste pre-elettorali la domanda più dura che gli hanno rivolto sia stata «ci dica»?

3. Ma vi sembra normale che i dirigenti del Pd siano tutti ex del Pci e della Democrazia cristiana?

4. Ma vi sembra normale che Clinton, Jospin, Schroeder, Blair e persino Gorbaciov facciano un altro lavoro da anni e loro invece insistano?

5. Ma vi sembra normale che Pdl e Pd abbiano perso milioni di voti e parlino solo di quelli persi dagli avversari?

6. Ma vi sembra normale che i verdi trionfino ovunque, mentre qui, appena ne vedi uno in faccia, viene voglia di tifare per l’effetto-serra?

7. Ma vi sembra normale che chi detesta Berlusconi voti Di Pietro, che è come dire: detesto il Bagaglino quindi vado a vedere Bombolo?

8. Ma vi sembra normale che l’Italia cristiana sia rappresentata in Europa da Magdi Cristiano Allam e Borghezio?

9. Ma vi sembra normale che tutti sputino addosso alla Casta e poi Mastella prenda ancora 112 mila voti di preferenza?

10. Ma vi sembro normale?

Ad almeno nove domande su dieci (compresa la numero 10) la mia risposta è no.


10/06/09
Brunetta dei ricchi e poveri

A volte basta davvero poco per essere felici. Ieri mi aggiravo negli scantinati del mio pessimismo, quando le agenzie di stampa hanno cominciato a crepitare le dichiarazioni rilasciate dal ministro Brunetta a un convegno di Confindustria. Leggerle ed essere squassato da un’ondata di energie positive è stato tutt’uno. Ma non potevo trattenere quel vento di gioia egoisticamente per me. Volevo condividerlo con chi ne aveva più bisogno. Così sono entrato in un supermercato, brandendo il dispaccio brunettesco come una spada fiammeggiante. E davanti a una coda di impiegati, casalinghe e pensionati ho iniziato la lettura del verbo ministeriale. «Per 30 milioni di lavoratori dipendenti e di pensionati, la crisi ha portato a un aumento del potere di acquisto...». Ho sentito un brusio, ma ho fatto finta di niente, consapevole che il bello doveva ancora venire, «... grazie all’incremento delle retribuzioni e alla diminuzione dell’inflazione...». Il brusio è salito di tono, tanto che ho dovuto alzare la voce. «Il risultato è che la povertà in Italia è diminuita». Sono rimasti zitti di colpo. «Avete sentito cosa dice il ministro? Da quando c’è la crisi siete diventati tutti più ricchi. E non ve n’eravate neanche accorti. Che stupidi a cadere nella trappola della propaganda disfattista. Per fortuna Brunetta vi ha aperto gli occhi». Li ho guardati. Impiegati, casalinghe, pensionati. Anche loro hanno guardato me.
A quel punto mi sono messo a correre

8.6.09

Si parte?

Da un blog del New York Times, un articolo con tutti i link utili e suggerimenti per programmare il prossimo viaggio.
(via macchianera.net)

Saramago vs Berlusconi


L'articolo di Saramago su Berlusconi apparso sabato 6 giugno su El Pais (via italiadallestero):

La cosa Berlusconi
Non vedo che altro nome gli potrei dare. Una cosa che assomiglia pericolosamente a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale del paese di Verdi se un conato di vomito profondo non riuscirà a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrompere le loro vene e per squassare il cuore di una delle più ricche culture europee.

I valori fondamentali della convivenza umana sono calpestati tutti i giorni dai piedi appiccicosi della cosa Berlusconi che, tra i suoi molteplici talenti, ha un’abilità funambolica per abusare delle parole, sconvolgendone l’intenzione e il senso, come nel caso del Polo della Libertà, come si chiama il partito con il quale ha preso d’assalto il potere. L’ho chiamato delinquente, questa cosa, e non me ne pento. Per ragioni di natura semantica e sociale che altri potranno spiegare meglio di me, il termine delinquente ha in Italia una valenza negativa molto più forte che in qualsiasi altra lingua parlata in Europa.

Per tradurre in forma chiara ed efficace ciò che penso della cosa Berlusconi utilizzo il termine nell’accezione che la lingua di Dante gli dà abitualmente, sebbene si possa avanzare più di un dubbio che Dante qualche volta lo abbia usato. Delinquere, nel mio portoghese, significa, secondo i dizionari e la pratica corrente della comunicazione, “atto di commettere delitti, disobbedire alle leggi o ai precetti morali”.

La definizione combacia con la cosa Berlusconi senza una piega, senza un tirante, fino al punto da assomigliare più a una seconda pelle che ai vestiti che si mette addosso. Da anni la cosa Berlusconi commette delitti di varia, ma sempre dimostrata, gravità. Per colmo, non è che disobbedisca alle leggi, ma, peggio ancora, le fa fabbricare a salvaguardia dei suoi interessi pubblici e privati, di politico, imprenditore e accompagnatore di minorenni, e in quanto ai precetti morali non vale neppure la pena parlarne, non c’è chi non sappia in Italia e nel mondo intero che la cosa Berlusconi da molto tempo è caduta nella più completa abiezione.
Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano ha eletto due volte per servirgli da modello, questo è il cammino verso la rovina a cui vengono trascinati i valori di libertà e dignità che permearono la musica di Verdi e l’azione politica di Garibaldi, coloro che fecero dell’Italia del secolo XIX, durante la lotta per l’unità, una guida spirituale dell’Europa e degli europei. Questo è ciò che la cosa Berlusconi vuole gettare nel bidone della spazzatura della Storia. Gli italiani, alla fine, lo permetteranno?


Da un altro articolo sempre di Saramago, sempre pubblicato da El Pais, del 30 maggio si viene anche a sapere che la casa editrice Einaudi (proprietà di Berlusconi) si è rifiutata di pubblicare l'ultimo libro del premio Nobel portoghese, una raccolta di suoi articoli, perché definisce Berlusconi un delinquente. Gli articoli du questa raccolta, che si chiama El Cuaderno provengono dal blog (!!) di Saramago, che è scritto anche in spagnolo.

5.6.09

David Carradine

We're lazy and we like blowjobs

Anche questo articolo l'ho trovato via byronic. Grazie byronic, sei una delle mie fonti principali per questo blog, e ti trovai grazie a una foto, se non ricordo male.
L'articolo è in inglese, e oltre a essere non di facile traduzione perché pieno di battute e frasi ironiche, ora come ora non ho proprio tempo. Ma chi può lo legga, è divertente.
Per chi non se la sente, lo riassumo: il giornalista chiede alle donne di prendere il potere, totale, dal telecomando in su, dice, per almeno un decennio, perché gli uomini chiaramente hanno fatto un gran casino.
Mi viene anche da dire però "facile passare la matassa a noi ora".
Volevo leggere anche i commenti (più di 600) ma non si caricano.

4.6.09

Come mi va a giugno

Ascolto Feist, e mi piace assai.
Leggo, ancora non so cosa, perché in realtà devo studiare e quindi mi serve qualcosa di poco impegnativo. Ieri sera ho cominciato Maus. Vediamo.
Rileggo, perché mi torna utile, Q di Luther Blisset. Almeno la prima parte sulle guerre di religione, però non trovo più il libro. A chi l'ho prestato? Allora l'ho scaricato (tutti i loro libri sono scaricabili) sul macchino e lo leggo da lì. Ma non è proprio comodo.

Ci risiamo

E io ci conto poco.
Comunque:
Rifondazione Comunista riesce sempre a fare i manifesti elettorali più brutti. Se non li avessi visti all'opera negli ultimi tempi, penserei che sia una strategia ben architettata per far fermare l'elettore davanti al manifesto, più brutto appunto. Quest'anno ho avuto anche la fortuna di vedere l'addetto alla propaganda nelle cassette delle poste di Rifondazione Comunista; gadget di riconoscimento: una busta della spesa di plastica strausata, purtroppo non sono riuscita ad individuare il marchio del supermercato, contenente i depliant.
Si continua a dire in giro che Adriano Sofri ha detto che voterà per Sinistra e Libertà. Adriano Sofri però non può votare e credo che lui lo sappia bene.
Gramellini oggi su La Stampa dice che bisognerebbe astenersi dal voto alla Provincia, perché la Provincia non serve a niente e puppa solo soldi. Il suo discorso fila, credo, però vorrebbe dire anche essere d'accordo con Brunetta, credo. Sul discorso dell'Italia lagnona sono sicura invece di pensarla come Gramellini. Ecco l'articolo:

Per chi vota la provincia
Il ministro Brunetta ha promesso che le Province, enti inutili per antonomasia e perciò immortali, scompariranno dopo le elezioni per trasformarsi in organi consultivi, composti dai sindaci delle città. Non dubitiamo della buona fede di Brunetta. Ma poiché ci fidiamo pochissimo di quella dei suoi colleghi, vorremmo venirgli incontro con l’unica arma a nostra disposizione: il voto. Non è assurdo eleggere un carrozzone che il governo stesso intende spazzar via un attimo dopo? Meglio portarsi avanti col programma: la riforma da tutti agognata può essere realizzata dai cittadini nelle urne. Basterebbe non ritirare la scheda gialla delle elezioni provinciali. Se l’astensionismo sfondasse il muro del 50%, il segnale di ripulsa sarebbe così forte che persino le orecchie otturate della politica sarebbero costrette ad ascoltarlo. Non al punto da procedere al disboscamento di volontà propria, ma abbastanza per non opporsi al forcing dei brunettiani.
Il voto di domenica sarà un test indicativo. Non per la politica. Per noi. Per capire se siamo ancora e sempre l’Italia lagnosa e addormentata che contesta la Casta e chiede favori alla Casta, che s’indigna per lo spreco rappresentato dalle Province e si mette mollemente in fila per votare le Province, che scrive ai giornali per lamentarsi dei troppi articoli dedicati a Noemi e sui giornali divora soprattutto gli articoli dedicati a Noemi. Qualche milione di schede gialle gettate nel cestino sarebbe un segnale di coerenza che mi restituirebbe un po’ di ottimismo sulla schiena dritta degli italiani. Temo che lunedì mi verrà la sciatalgia.

Ieri Michele Serra sull'Amaca di La Repubblica invece diceva così:

Dario Franceschini appare nei telegiornali quasi sempre in location molto andanti, stazioni ferroviarie, piazzette, scorci urbani ordinari e quasi mai riconoscibili. Sembra a Voghera anche quando magari è a Parigi. E' circondato da piccoli capannelli dall' aria cordiale ma non particolarmente agguerrita, la presenza degli addetti alla sicurezza attorno a lui non è percepibile,o si sono attardati in pizzeria oppure sono stati selezionati appositamente tra i meno aitanti e cipigliosi sul mercato. Parla alle telecamere con un' assenza di solennità che rasenta la distrazione, e anche quando pesta duro non riesce a far pensare all' incombenza di una qualche Ora Fatale, piuttosto a quell' ormai ordinaria rottura di balle che è, per mezza Italia, il governo Berlusconi. E' spesso spettinato. Non sorride. Guarda preferibilmente il giornalista che lo interroga e non la telecamera, come se non stesse rivolgendosi alla Nazione o al Popolo ma semplicemente parlando con un tizio in mezzo alla strada, come effettivamente è. Il suo basso profilo e l' assoluta mancanza di teatralità (e di ruffianeria) ne fanno l' esatto contrario antropologico di Berlusconi. Credo pochino nel futuro del Pd, e per dirla tutta anche nel suo presente, ma credo che Franceschini meriti la fatica (estrema) di un voto.

Prodi si è riaffacciato per dire che non andare a vota non va proprio bene.

Io dico che IdV si prende un bel po' di voti (il mio no però) e che i miei connazionali, nonostante naomigate vari e aerei pieni di veline continueranno a votare il berlusca.

Ma uno fino a lunedì sera ci spera, eh.