4.6.09

Ci risiamo

E io ci conto poco.
Comunque:
Rifondazione Comunista riesce sempre a fare i manifesti elettorali più brutti. Se non li avessi visti all'opera negli ultimi tempi, penserei che sia una strategia ben architettata per far fermare l'elettore davanti al manifesto, più brutto appunto. Quest'anno ho avuto anche la fortuna di vedere l'addetto alla propaganda nelle cassette delle poste di Rifondazione Comunista; gadget di riconoscimento: una busta della spesa di plastica strausata, purtroppo non sono riuscita ad individuare il marchio del supermercato, contenente i depliant.
Si continua a dire in giro che Adriano Sofri ha detto che voterà per Sinistra e Libertà. Adriano Sofri però non può votare e credo che lui lo sappia bene.
Gramellini oggi su La Stampa dice che bisognerebbe astenersi dal voto alla Provincia, perché la Provincia non serve a niente e puppa solo soldi. Il suo discorso fila, credo, però vorrebbe dire anche essere d'accordo con Brunetta, credo. Sul discorso dell'Italia lagnona sono sicura invece di pensarla come Gramellini. Ecco l'articolo:

Per chi vota la provincia
Il ministro Brunetta ha promesso che le Province, enti inutili per antonomasia e perciò immortali, scompariranno dopo le elezioni per trasformarsi in organi consultivi, composti dai sindaci delle città. Non dubitiamo della buona fede di Brunetta. Ma poiché ci fidiamo pochissimo di quella dei suoi colleghi, vorremmo venirgli incontro con l’unica arma a nostra disposizione: il voto. Non è assurdo eleggere un carrozzone che il governo stesso intende spazzar via un attimo dopo? Meglio portarsi avanti col programma: la riforma da tutti agognata può essere realizzata dai cittadini nelle urne. Basterebbe non ritirare la scheda gialla delle elezioni provinciali. Se l’astensionismo sfondasse il muro del 50%, il segnale di ripulsa sarebbe così forte che persino le orecchie otturate della politica sarebbero costrette ad ascoltarlo. Non al punto da procedere al disboscamento di volontà propria, ma abbastanza per non opporsi al forcing dei brunettiani.
Il voto di domenica sarà un test indicativo. Non per la politica. Per noi. Per capire se siamo ancora e sempre l’Italia lagnosa e addormentata che contesta la Casta e chiede favori alla Casta, che s’indigna per lo spreco rappresentato dalle Province e si mette mollemente in fila per votare le Province, che scrive ai giornali per lamentarsi dei troppi articoli dedicati a Noemi e sui giornali divora soprattutto gli articoli dedicati a Noemi. Qualche milione di schede gialle gettate nel cestino sarebbe un segnale di coerenza che mi restituirebbe un po’ di ottimismo sulla schiena dritta degli italiani. Temo che lunedì mi verrà la sciatalgia.

Ieri Michele Serra sull'Amaca di La Repubblica invece diceva così:

Dario Franceschini appare nei telegiornali quasi sempre in location molto andanti, stazioni ferroviarie, piazzette, scorci urbani ordinari e quasi mai riconoscibili. Sembra a Voghera anche quando magari è a Parigi. E' circondato da piccoli capannelli dall' aria cordiale ma non particolarmente agguerrita, la presenza degli addetti alla sicurezza attorno a lui non è percepibile,o si sono attardati in pizzeria oppure sono stati selezionati appositamente tra i meno aitanti e cipigliosi sul mercato. Parla alle telecamere con un' assenza di solennità che rasenta la distrazione, e anche quando pesta duro non riesce a far pensare all' incombenza di una qualche Ora Fatale, piuttosto a quell' ormai ordinaria rottura di balle che è, per mezza Italia, il governo Berlusconi. E' spesso spettinato. Non sorride. Guarda preferibilmente il giornalista che lo interroga e non la telecamera, come se non stesse rivolgendosi alla Nazione o al Popolo ma semplicemente parlando con un tizio in mezzo alla strada, come effettivamente è. Il suo basso profilo e l' assoluta mancanza di teatralità (e di ruffianeria) ne fanno l' esatto contrario antropologico di Berlusconi. Credo pochino nel futuro del Pd, e per dirla tutta anche nel suo presente, ma credo che Franceschini meriti la fatica (estrema) di un voto.

Prodi si è riaffacciato per dire che non andare a vota non va proprio bene.

Io dico che IdV si prende un bel po' di voti (il mio no però) e che i miei connazionali, nonostante naomigate vari e aerei pieni di veline continueranno a votare il berlusca.

Ma uno fino a lunedì sera ci spera, eh.

1 comment:

Michele said...

Sintomi da campagna elettorale: vomito, anzia, diarrea.