7.7.09

Tempo di vacanze


Una giornalista del Guardian (sul Guardian in realtà c'ero andata per leggere un articolo sugli awful Italians che stanno facendo un gran casino nell'organizzazione del G8 a L'Acquila e che dice anche che ci siano voci su una possibile espulsione dell'Italia dal club) è andata a Saint-Marc-sur-Mer sulle tracce di Monsieur Hulot.
L'articolo sulla cittadina me lo sono letto tutto tutto tutto, quello sul G8 acquilano dopo poco mi ha fatto andare in depressione e ho smesso di leggerlo.
M. Hulot, per chi non lo sapesse, è il personaggio dei film del regista francese Jaques Tati, che è anche protagonista dei suoi film, cioè è M. Hulot. Tati nella sua vita, è morto nel 1982, ne ha fatti solo 6 di film (lungometraggi) ma tutti capolavori. Per portare a termine uno dei suoi ultimi film, Playtime del 1967, ci mise 9 anni durante i quali costruì anche una città finta chiamata Tativille, e nonostante il film ricevesse numerosi premi e fosse osannato dalla critica (Truffaut disse che era un film che veniva da un altro pianeta, dove i film si fanno in modo diverso), portò la casa di produzione quasi al fallimento. Playtime è il primo film che ho visto di Tati ed è geniale e mi fa morire dal ridere tutte le volte che lo riguardo e anche solo il pensarci.
Il film di cui scrive Lizzy Davies invece è Les Vacances de Monsiuer Hulot, e qui potete vederne alcune scene. Saint-Marc-sur-Mer è la piccola cittadina sull'Atlantico dove Tati ha girato il suo film: una panoramica sulla vacanze tipo della famiglia media degli anni cinquanta. La giornalista ha ritrovato l'albergo dove M. Hulot alloggiava, che nonostante ora faccia parte della catena Bestwestern, ha mantenuto la sua aria di pensioncina; mentre se si cerca la piccola camera assegnata M. Hulot si rimane delusi, ma semplicemente perché non è mai esistita. L'albergo comunque è pieno di ricordi del film, magliette, fotografie, e una statua a dimensione naturale del protagonista sulla terrazza; alla quale però, si nota subito, manca la pipa: e la giornalista infatti ci dice che purtroppo è stata rubata poco dopo che fu inaugurata e sostituita con un mozzicone di sigaretta. Secondo lei, M. Hulot non se ne avrebbe avuto a male, ma la cosa lo avrebbe divertito come lo divertivano in generale tutti questi piccolo contrattempi.
Lizzy Davies è andata alla ricerca anche degli altri luoghi del film, come i campi da tennis - non li ha trovati - e il cimitero - che invece esiste ancora, e alla fine conclude che dopo tutto, nonostante gli anni passati e i cambiamenti avvenuti, Saint-Marc-sur-Mer ha mantenuto quella sua aria da posto di villeggiatura per gente normale. Sarà vero?
Non sarebbe male andare a controllare ma nel frattempo consiglio a tutti i film di Tati, per la salvaguardia del buon umore.

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