9.11.09

Due filmoni


Ho dei pregiudizi verso Spielberg. Immagino che non si possa negare che abbia fatto la storia del cinema - americano - degli ultimi decenni. Suoi sono Duel, Lo squalo, Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1941 Allarme a Hollywood, I predatori dell'arca perduta, ET... e poi L'Impero del Sole, Schindler's List, Salvate il soldato Ryan, Jurassic Park, Minority report etc. Ma non riesce a starmi simpatico. Facendo la lista dei suoi film più famosi ho capito che mi stava simpatico prima dei puntini di sospensione, poi è diventato troppo grandioso, troppo effetti speciali, troppo poco originale, troppo perfettino, come se non si vedesse più la mano dell'autore.
Insomma ho visto Munich. Mi è venuto voglia di vederlo dopo che ho visto La Banda Baader Meinhof, perché il commando palestinese, Settembre Nero, che assale l'edificio dove vivevano gli atleti israeliani durante le olimpiadi del 1972 a Monaco chiede insieme alla liberazione di un gran numero di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane anche la liberazione dei due terroristi tedeschi. Tutta l'operazione fallisce, per tutte le parti coinvolte.
Munich parte da lì, da quella strage, con delle immagini velocissime e tratte anche dalle televisioni che seguirono l'assalto. Per chi come me non aveva proprio presente presente l'accaduto si fa fatica a capire esattamente cosa sia successo, ma durante il film le immagini vengono riproposte con delle aggiunte e si capisce meglio. Munich parla della reazione israeliana alla morte dei suoi atleti. Di questa parte qui io non sapevo proprio niente niente, anche perché era un segreto. Chissà com'è che ora si sa? Ma magari infatti non si sa praticamente niente.
Munich è soprattutto un film d'azione anche se Spielberg, credo, abbia cercato di fare un discorso sulla vendetta (il film è tratto da un romanzo che si chiama Vengeance), ma a me è rimasto poco di quel discorso anche se apprezzo il tentativo.
Rimane poco perché forse dentro Munich ci sono troppo cose, accadono troppe cose, e il discorso Israele/Palestina è un discorso infinito.
A me alla fine è rimasto poco.
Comunque è stato istruttivo.

Ho dei grossi pregiudizi verso Tom Cruise. Proprio non lo sopporto. E tendenzialmente lo evito. Ma avevo sottomano in una tremenda domenica di bufera L'ultimo Samurai e allora perché non guardarlo al calduccio sotto le coperte.
Il mio coinquilino credeva di avere tra le mani I sette samurai. Apprezzo il tentativo.
L'ultimo samurai non è male per una domenica di bufera sotto le coperte. E' bello lungo, così che quando è finito è praticamente l'ora di cena, scorre bene, e Tom Cruise quasi quasi mi sta simpatico perché non ha quel sorriso da venditore-di-auto-americano-sono-tutto-io che ha nella maggior parte dei film che fa e secondo me anche nella vita reale dove diventa sorriso da scientology-io-sì-che-sono-ganzo.
Insomma, se sai cos'hai per le mani, cioè un film americano pieno di retorica, con l'eroe alcolizzato, depresso, distrutto, antipatico, attaccabrighe che si riabilita grazie alla filosofia dei samurai, allora L'ultimo samurai non è male.
Il capo dei samurai poi mi ricordava un po' Jean Reno.
E non c'è nessun innamoramento o immagine di sesso tra l'uomo bianco e la bella giapponese. Una retorica in meno, quindi.

PS. A Anthony Lane Munich non è piaciuto per niente.
PPS. Il villaggio dei samurai è stato ricostruito e girato in Nuova Zelanda.

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