25.11.09

Sogno di una notte di mezza estate di Oskaras Korsunovas

La scena è vuota.
Vuota.
Non c'è un albero, né niente che lo rappresenti.
Non c'è un tappeto al posto di un prato.
Non c'è né un trono né un'alcova.
Non ci sono le orecchie dell'asino.
Nulla.
Ma gli attori ci sono. E sono tanti. E sono giovani. E parlano il lituano, purtroppo. E sono tutti vestiti uguali, maschi e femmini, con delle salopette.
Tutti tranne Puck. Lui, che però è una donna, è vestito di nero e porta un marsupio, nero, che contiene il fiore magico che fa innamorare.
Sono gli attori che riempiono la scena. Con il loro corpo, che salta, si contorce, balla, dorme, suona; e con una tavola di legno che tengono sempre con sé, sulla quale saltono, con la quale si contorcono, ballano, che suonano, sotto la quale dormono e ci si nascondono quando serve. Una tavola di legno semplice semplice ma che messe tutte insieme creano l'alcova e i troni e l'albero e il prato e quel muro col piccolo buco dal quale Piramo e Tisbe si baciano.
A tutto il resto ci pensano le luci, ben fatte, e la fantasia dello spettatore.
Tutto questo ha chiuso la programmazione autunnale del Teatro Era di Pontedera.

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