26.2.10

25.2.10

Però siamo troppo simpatici



Istruzioni: cercare prima in rete e vedere l'originale prestando attenzione all'importante testo.

23.2.10

Tristi e fotogenici

Eyes wide shut

Non ho la televisione.
Sono stata per anni alla televisione anonimi per disintossicarmi, e ho capito che un goccetto mi sarebbe bastato per ricaderfe nel baratro.
Per fortuna la pausa pranzo a lavoro mi aggiorna su tutto quello che mi sto perdendo, ascolto tutto avidamente con un po' di bava all'angolo della bocca. E oggi ho saputo che emanuele filiberto (lo scrivo tutto minuscolo con cognizione di causa) è arrivato secondo a Sanremo, insieme a pupo (sorvoliamo) e a un altro tizio, un tenore (va be').
Ma l'avete letto il testo? Pensate alla cosa più obrobriosa e sarete ancora lontanissimi.
Certo sanremo è sanremo e a noi non ce ne frega niente, però a parte noi (ma siamo pochissimi, rendiamocene conto una volta per tutte), tutti gli altri lo guardano e ne parlano e ne scrivono ed è il paese in cui viviamo.
Io emigro.
Magari nel frattempo passo a wordpress.

22.2.10

Le vignette assurde del New Yorker che piacciono tanto a me

La battaglia di Algeri



















C'è chi lo voleva vedere da una vita.
C'è chi da una vita ce l'aveva in casa ma ancora non l'aveva visto.
C'è chi trova Pontecorvo molto simpatico: sorrideva sempre e con quel buffo nome, Gillo.
C'è chi pensa che uno che fa così pochi film è curioso, come Terrence Malick.
Pontecorvo 5,  Malick 4, e si narra uno in preparazione.
C'è chi si chiede quanti sapessero che Gillo Pontecorvo fosse nato a Pisa.
Silenzio in sala.
Fischiettamento generale.
Firulì firulà.
Il saputello di turno informa la platea che le scene girate nella casbah sono nominate in tutti i manuali di storia del cinema.
Il tizio di cui sopra fa notare anche che la colonna sonora è di Ennio Morricone e Gillo Pontecorvo.
Sempre lui (o lei? chissà) nota una certa somiglianza con Salvatore Giuliano di Francesco Rosi. Ma non lo dice a nessuno, che poi sembra che vuoi fare il saputello.
C'è chi viene colpito dal fatto che si parla di terrorismo, di tortura, si vedono i posti di blocco e i cittadini di serie A e di serie Z, i soliti argomenti insomma, e il film è stato girato nel 1966.
Già 44 anni fa.
C'è chi dice che per qualche anno in Francia l'hanno proibito. Chissà invece se un film del genere su qualche guerra odierna te lo farebbero girare, oggi come oggi.
C'è chi ha da ridire su questo modo di recensire i film.
C'è chi risponde che per ora è così poi magari mi verrà in mente qualcosa di meglio.

Il mio polacco preferito sulla Grande Muraglia

Ma il muro non ha solo scopo difensivo. Proteggendo dalle minacce esterne, permette anche di controllare ciò che accade all'interno. I muri hanno passaggi, porte, cancelli. Sorvegliare questi punti significa controllare chi entra e chi esce, informarsi, verificare che i permessi siano in regola, annotare nomi, osservare facce, impremerle nella memoria. Il muro diventa così scudo e trappola, riparo e gabbia.
Il lato peggiore del muro è quello di sviluppare in alcune persone un atteggiamento da difensore del muro, di creare una mentalità per la quale il mondo è attraversato da un muro che lo divide in dentro e fuori: fuori ci sono i cattivi e gli inferiori, dentro i buoni e i superiori. Non è indispensabile che il difensore stia materialmente vicino al muro: può anche starne lontano, purché lo abbia sempre dentro di sé e rispetti le regole imposte dalla sua logica.

Ryszard Kapuscinski, In viaggio con Erodoto

Il mio polacco preferito


















L'India rappresentò il mio primo incontro con la diversità, la scoperta di un altro mondo. Un incontro straordinario e affascinante, ma anche una grande lezione di umiltà. Il mondo ci insegna a essere umili. Ritornai da quel viaggio vergognandomi di non aver letto abbastanza e di essere un ignorante. Avevo scoperto che una cultura estranea non si svela a comando e che, per capirla, occorre una lunga e solida preparazione.

Ryszard Kapuscinki, In viaggio con Erodoto

20.2.10

Poliedrico
















Jeff Bridges ha un sito, bellissimo. Questo.


Reblogged: byronic

18.2.10

Hitchcock in standby #2

Smile

L'ansia del nuovo

Ogni volta che su blogspot cambiano qualcosa ti dicono che ora è più facile, ma non è vero niente.
Per fare quel post lì sotto c'ho messo mezzora, e le figure non sono dove le volevo.

Presentatemene uno

Uno a cui piace questa campagna pubblicitaria.
Uno che è convinto che con questi manifesti si svolta.
Uno che pensa che siano originali.
Uno che pensa che esteticamente siano belli.
Uno che si entusiasma.
Ma neanche, mi basta uno a cui non viene da vomitare.



Di questa ne parla Robecchi.


Di questa ne parla Gipi.


15.2.10

Notizie della famiglia?

Coinqui: No! Hai parcheggiato sotto casa.
Sburk: Hai visto? Incredibilmente ho trovato posto ieri sera.
Coinqui: Preferirei tu non la parcheggiassi sotto casa.
Sburk: ?
Coinqui: Soffro, a vederla.
Sburk: !
Coinqui: Come sta?
Sburk: Chi?
Coinqui: La macchina.

Un mese fa al coinqui hanno tolto la patente.

12.2.10

Hitchcock in standby


Poi ci torneremo a Hitchcock, ma con Riusciranno... questo blog apre un periodo di cinema italiano.

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?

C'è chi pensava che visto il titolo chilometrico il film fosse della Wertmuller.
C'è chi ha scoperto che la Wertmuller in realtà si chiama Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich e ora capisce perché i suoi titoli chilometrici.
C'è chi lì per lì non aveva riconosciuto Bernard Blier. Soprattutto perché parlava in marchigiano.
C'è chi trova Alberto Sordi proprio bravo.
C'è chi esclama, ma Manfredi era un bel fio.
C'è chi nota che le strade in Angola erano messe bene rispetto all'Africa in genere.
C'è chi si chiede dove veramente sia girato il film.
C'è chi legge sempre i titoli di coda e quindi può scoprire che effettivamente è stato girato in Angola.
C'è chi aveva già visto il film e un po' l'ha raccontato.
C'è chi con grande sforzo ha fatto finta di niente.
C'è chi aveva già visto il film e quindi a un certo punto è andato a dormire.
C'è chi ride. D'altra parte è una commedia.
C'è chi si è chiesto se hanno ucciso degli animali.
C'è chi ha risposto senza cognizione di causa: ovviamente no.
C'è chi il giorno dopo canta il mantra Titì nunce lassà

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? è del 1968, regia di Ettore Scola, scritto da Scola con Age e Scarpelli.

10.2.10

Come mi va a febbraio

Getto la spugna. Smetto di leggere e soprattutto portarmi ovunque che sono quasi 700 pagine Gian Piero Brunetta - Il cinema italiano contemporaneo.
Leggo, ora magari con più attenzione, Emmaus di Baricco - e per ora non ho cambiato idea sul suo modo di scrivere.
Ascolto gli Hey Rosetta! con Into your lungs and around in your heart and through your blood e mi piacciono proprio tanto. Sono tanti, sono giovani, sono canadesi, hanno anche un violino e un violoncello e hanno un bel sito (anche se è un po' complicato) dove si possono ascoltare i loro pezzi.

7.2.10

Lomography


10 regole d'oro.
10. non ti preoccupare delle regole.
Le altre 9? Qui.

4.2.10

Pausa pubblicità



In Indonesia, la pubblicità per un rasoio da peli di naso.
Grazie a Vitt, che mi ha passato un sito che raccoglie le migliori pubblicità del mondo.

3.2.10

Sempre in ritardo

Ieri l'altro era un palindromo.
Ieri l'hanno detto alla radio.
Oggi lo dico io.
Domani chissà.
01.02.2010

1.2.10

Ancora Salinger, non sarà mai abbastanza


Non mi importa se non ha più pubblicato nulla, se era antipatico, se se la tirava, se trattava male la gente, se era egoista. Non mi importa se non ha scritto più niente, se ha bruciato ogni parola che in quei boh non li ho contati 40 anni di reclusione magari ha scritto. Non mi importa. Il Giovane Holden (The catcher in the rye, è il titolo originale) è uno dei miei libri preferiti. Sta proprio in cima alla lista. E uno dei due libri che volontariamente ho letto più volte.
Sul New York Times c'è una mappa interattiva di Manhattan con tutti i luoghi dove il protagonista del romanzo di Salinger, Holden Caulfield, va e le citazioni (in inglese) tratte dallo stesso.

La foto del laghetto di Central Park d'inverno che chissà dove sono andate le anatre è di William Flannery.