22.2.10

La battaglia di Algeri



















C'è chi lo voleva vedere da una vita.
C'è chi da una vita ce l'aveva in casa ma ancora non l'aveva visto.
C'è chi trova Pontecorvo molto simpatico: sorrideva sempre e con quel buffo nome, Gillo.
C'è chi pensa che uno che fa così pochi film è curioso, come Terrence Malick.
Pontecorvo 5,  Malick 4, e si narra uno in preparazione.
C'è chi si chiede quanti sapessero che Gillo Pontecorvo fosse nato a Pisa.
Silenzio in sala.
Fischiettamento generale.
Firulì firulà.
Il saputello di turno informa la platea che le scene girate nella casbah sono nominate in tutti i manuali di storia del cinema.
Il tizio di cui sopra fa notare anche che la colonna sonora è di Ennio Morricone e Gillo Pontecorvo.
Sempre lui (o lei? chissà) nota una certa somiglianza con Salvatore Giuliano di Francesco Rosi. Ma non lo dice a nessuno, che poi sembra che vuoi fare il saputello.
C'è chi viene colpito dal fatto che si parla di terrorismo, di tortura, si vedono i posti di blocco e i cittadini di serie A e di serie Z, i soliti argomenti insomma, e il film è stato girato nel 1966.
Già 44 anni fa.
C'è chi dice che per qualche anno in Francia l'hanno proibito. Chissà invece se un film del genere su qualche guerra odierna te lo farebbero girare, oggi come oggi.
C'è chi ha da ridire su questo modo di recensire i film.
C'è chi risponde che per ora è così poi magari mi verrà in mente qualcosa di meglio.

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