30.4.10

Italo Calvino



Copio, ma proprio spudoratamente dal blog di Byornic, ma per Calvino sento che va bene.
Bisognerebbe trovare il tempo per rileggerli - Il visconte dimezzato, Il cavaliere inesistente, Il barone rampante - e leggere tutto quello che Italo Calvino ha scritto. Sento che farebbe bene.

“Quando ho cominciato a scrivere Il visconte dimezzato, volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso e possibilmente anche gli altri; avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che questo tema dell’uomo tagliato in due, dell’uomo dimezzato fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra” (Italo Calvino)

27.4.10

Vegetariani



30 Aprile.
Ore 22.00 piazza Santa Maria Novella.
Notte bianca a Firenze. www.insonniacreativa.it

26.4.10

Tutti a dieta


Slim Chips are good and they contain no calories. Instead of getting fat you can now eat paper with different flavors. It’s like eating tasty air. The Slim Chips are made out of edible paper and pure organic tastes.

Qui.

Morte a Venezia





Anno: 1971
Regia: Luchino Visconti
Musiche: si ricorda sempre solo Mahler, ma ci sono anche Beethoven, Mussorgsky e Léhar.
Costumi: Piero Tosi
Attori: Dirk Bogarde, Silavana Mangano, Romolo Valli, Bjorn Andresen è Tadzio














Troppo perfetto?
Troppi cappelli? Sono bellissimi, enormi con quegli spelloni giganti.
Troppo bello Tadzio? Effettivamente è quasi imbarazzante quanto è perfetto nella sua bellezza.
Tadzio fra l'altro non parla mai, e tanto se lo fa, lo fa in polacco.
E la Mangano? Bella e impossibile pure lei.
Venezia? Unica. Nella sua bellezza e nella sua decadenza.
Troppa musica?
Troppi aristocratici?
Troppo colera?
Troppa morte?
Troppo Grand Hotel?
Troppi vaporetti e canali?
Troppo bello?
Troppo Visconti?

A Milano c'è la mostra delle sue fotografie

20.4.10

Stefano Benni su La Repubblica di oggi

ALLEGRETTO
Vi prego, salvate la Miosfera
di STEFANO BENNI

UN preistorico vulcano islandese erutta e tutto il modernissimo traffico aereo è bloccato. Ma l'Italia sembra far parte di un'altra galassia e pensa solo alle sue piccole beghe. Il fifone schiva-processi dice che la mafia è un'invenzione dei media e Dell'Utri è un cartone animato. Bossi dà la colpa della nube alla crisi monetaria islandese e reclama le banche del Polo Nord.

Bertone è alla ricerca di un'analogia tra i crateri e i sodomiti. Bersani dice, si sciolgano pure i ghiacciai, basta che non si vada al voto. E alla fine il ministro Matteoli se ne esce con una proposta geniale: nessuno viaggi. Abbiamo capito perché è ministro.

Il terremoto di Haiti dopo una settimana è sparito dai media, ma al suo posto impazza una catastrofe ben peggiore: Minzolini e colleghi che si accapigliano sul milione di telespettatori perduti. Intanto abbiamo nuovi sismi in Nuova Guinea Afghanistan e Cina, ma l'argomento è logoro, non interessa più.
E dire che di problemi ambientali ne abbiamo anche noi. La penisola italica sembra snella ma è obesa. Con l'Alta Velocità possiamo schizzare da Roma a Milano in tre ore e due pacchetti di biscottini. Ma attraversarla per il largo da Roma a Cesena è come affrontare il Sahara. I cantieri della Salerno-Reggio Calabria sono patrimonio archeologico, al posto degli autogrill potrebbero avere dei nuraghi. Le autostrade a pagamento sfavillano di asfalto drenante, ma quando piove un terzo delle strade normali frana o è inagibile.

L'acqua sarà il business del futuro, è già pronta la privatizzazione con relativa spartizione. Ci sarà l'acqua Padana, metà Po metà Tevere, perché la Lega ha il cuore a nord ma l'esofago a Roma. Poi avremo Pidiella, l'acqua che combatte la renella e gli avvisi di garanzia. L'Acquafini che fa digerire i magoni e ripristina l'obbedienza. L'acqua Centrorosso, con lieve percentuale alcolica per far finta che le elezioni siano state un trionfo. Infine l'Acqua del sud, che essendo la mafia un'invenzione televisiva, sarà imbottigliata da Maria De Filippi.

In quanto all'aria le nostre città sono avvelenate dallo smog ma è tutto un fiorire di Ecomaratone, Vivilabici, Corricheseisano, Domenica Respira. Una o due volte all'anno migliaia di cittadini in tuta e scarpette testimoniano la loro volontà di sopravvivere. Ma il giorno dopo Domenica Respira c'è già Lunedì Ansima e poi Martedì Strozzati. È uscito anche un decalogo "per attraversare bene una città", come a dire, la colpa non è dell'inquinamento, ma dei cittadini idioti che non sanno respirare. In quanto alla Fiat, ha le auto elettriche pronte ma finché c'è il petrolio mancano le prolunghe.

E tra poco riavremo il nucleare. Verranno costruite solo centrali della moderna terza generazione. Vuole dire che ci devono guadagnare almeno tre grosse industrie. Nessuno ha proposto di costruire una nuova generazione di edifici scolastici, non si guadagna abbastanza.

Tutto questo testimonia che, di fronte a un emergenza ambientale senza precedenti, l'Italia continua a mostrare scarsissima conoscenza e coscienza ecologica. Ci sono singoli parlamentari, associazioni benemerite, comitati di cittadini, qualcuno come Grillo o Vendola che ci sta provando. Ma il partito verde italiano è sempre stata la cenerentola dei partiti verdi europei.

Tutti sentiamo parlare di pale eoliche e pannelli solari, ma le pale restano ferme, e sul fotovoltaico c'è un caos di leggi, di certificazioni improvvisate e di confusione sui costi. Sui nostri tetti l'unica cosa che trionfa è la parabolica.

Camion e navi con rifiuti tossici non hanno smesso un istante di attraversare i nostri territori e il nostro mare. Basta pagare una multa e si riparte. E la nostra prevenzione incendi è al livello di quella degli eschimesi.
Forse c'è una spiegazione. Forse l'Italia si è affezionata all'immagine di qualcosa di sporco, franante, disordinato, e guasto. Le nostre bellezze devono avere un contrappunto fetente, per venire incontro alle aspettative ai turisti. Che infatti fotografano con la stesso interesse i nostri quadri e la spazzatura per strada.

Eppure la parola "pulito" salta fuori in ogni nuovo slogan, iniziativa, e palingenesi. Berlusconi si è promozionato ripulendo una parte di Napoli, poco importa che adesso tutto stia tornando come prima. Le gallerie ferroviarie "ecostabili" della Roma-Bologna hanno distrutto i torrenti dell'Appennino, ma non sentirete mai un'amministrazione rossa protestare per questo scempio. Andate sullo Jonio e vedrete che per un ecomostro abbattuto, un altro sta spuntando.

Chi ci difende da questo massacro mafioso-cementizio? I geologi, i sismologi, i metereologi sono ormai post-esperti. Nel senso che vengono ascoltati solo dopo i disastri. Sarebbe bellissima una trasmissione televisiva in prima serata col titolo "Io l'ho visto" in cui si denunciano i pericoli e i guasti del dissesto idrogeologico e si indica come intervenire subito. Ma i disastrologi devono constatare, non inquietare. E i più furbi tra loro hanno un argomento rassicurante, che garantisce un nuovo passaggio in televisione: dicono "è vero, è un disastro ma è già successo nel 1937". Verrebbe voglia di farsi trovare a letto con la loro moglie dicendo "quello che lei pensa è vero ma non si arrabbi, è già successo nel 1998".

Il vulcano, dicono gli scienziati, non è una malvagia anomalia, ma un motore della biosfera. In questo caso il prefisso "bio" viene usato seriamente: ma ormai non c'è prodotto che non esibisca queste tre lettere come pennacchio. Da biogas si è passati a bioyogurt, biomassaggio, biodentifricio e anche biopannolino per bioculi grandi e piccini. Quando si tratta di vendere, sono tre lettere magiche. Quando però si parla di biosfera, cioè di un organismo che non si può vendere, ma che si dovrebbe difendere dalla sfrenatezza economica, il discorso cambia. Ogni istanza ecologica diventa biochiacchiera apocalittica. E i giapponesi con cinica serietà scientifica ci informano che la crisi totale della biosfera è già in atto, e scommettono chi sul 2013 chi sul 2050. Non è un dubbio cosmico come "chi vincerà lo scudetto", ma varrebbe la pena di rifletterci.
Fortunatamente per i dirigenti italiani le tre lettere sacre non sono bio, ma "mio", la miosfera del privilegio e dell'impunità. Quel vulcano è un rompiballe, che probabilmente ha dentro al cratere un ritratto di Che Guevara. Dimentichiamolo in fretta.

Recentemente Obama ha detto che entro il duemilatrenta l'uomo deve assolutamente andare su Marte. Ci viene un dubbio: lo ha detto per desiderio scientifico o sta preparando un'arca di Noè? Sarebbe bello se l'inevitabile nube islandese ci spingesse a pensare alle nubi evitabili del nostro futuro. Ma la fine del mondo sembra ormai l'ultimo grande spettacolo che ci è rimasto. Non conviene rinviarla, abbiamo già venduto tutti i biglietti.

19.4.10

Le vignette del New Yorker






E Caravaggio

che quest'anno ci sono le celebrazioni.


Caravaggio, Fanciullo con canestro di frutta, 1593


Caravaggio, La cena in Emmaus, 1606


Caravaggio, Crocefissione di San Pietro, 1601

Manierismo

Parmigianino, La Madonna dal collo lungo, 1535

Rosso Fiorentino, Madonna col Bambino in trono e santi, 1518

16.4.10

Le vignette del New Yorker

L'anima quando esiste



Un sito che vende giochi per computer ha reso noto che possiede le anime di molti loro acquirenti. Infatti, tra le varie clausole che l'aquirente poteva scegliere di accettare ce ne era anche una che diceva che "facendo un ordine attraverso questo sito web il primo giorno del quarto mese dell'anno domini 2010, accettate di accordarci il diritto non trasferibile, per ora e per sempre, di richiedervi la vostra anima immortale. Dovessimo decidere di esercitare questa opzione, voi acconsentirete a cedere la vostra anima immortale ento 5 giorni lavorativi dal ricevimento della notifica scritta da gamestation.co.uk... Ci riserviamo anche il diritto di presentarvi tale notifica con lettere di fuoco alte sei piedi... Se voi a) non credete di avere un'anima immortale, b) l'avete già data a altri, o c) non volete accordarci tale licenza, cliccate sul sottostante link per annullare questa clausola e procedere con l'ordine".

Pare che la maggior parte delle persone non abbia annullato la clausola perché la maggior parte delle persone non legge le condizioni di vendita. Il sito lo ha fatto proprio mettere in evidenza questo fatto.

La notizia completa qui, grazie a Vitt.

Vauro?

L'Unità ha avuto problemi per questa vignetta?
Sì, ovviamente.
L'ho letto su wittgenstein, da dove ho preso anche la vignetta, e dove potete trovare anche la risposta di Staino alle polemiche: un'altra vignetta.

15.4.10

E' grave?

Venendo a lavoro stamani ho visto una tipa che assomigliava a Lucia Annunziata e l'ho salutata.
Solo dopo ho capito che non era Lucia Annunziata. Era anche vestita da infermiera.

8.4.10

Un blog pieno di pesci


The ocean blue.

Di pizza in pizza



Una notizia parecchio vecchiotta ma che almeno io leggo solo ora.
E' dal Corriere dell Sera on line dell'11 Agosto 2008.

al 'New York Pizza Show' il paese ha vinto di misura, battendo due napoletani
Pizza alla renna, Berlusconi 'testimonial'
Una «vendetta» servita calda: la Finlandia non ha perdonato la gaffe culinaria del Cavaliere del 2005

HELSINKI - I nomi delle pizze non sono casuali: alcuni vantano un'etimologia storica e altre persino un'ascendenza politica. La regina Margherita di Savoia, durante una visita a Napoli alla fine dell’Ottocento, diede il suo nome alla pizza più semplice del mondo, che con tre basilari ingredienti - basilico, mozzarella e pomodoro - richiamava inequivocabilmente la bandiera italiana. L'ultima novità in fatto di pizze arriva dal nord del mondo e ha un nome che richiama in modo altrettanto inequivocabile la politica italiana di oggi. Si chiama 'Berlusconi', proprio come il presidente del Consiglio. Viene venduta da pochi giorni in Finlandia nei punti vendita della catena Koti Pizza: la 'Berlusconi' è una pizza innovativa, molto saporita, realizzata con una base di farine integrali e segale, cipolla rossa, funghi e con un ingrediente che forse risulterebbe un po' «indigesto» a Silvio Berlusconi, ovvero la renna affumicata.

«ADDENTA BERLUSCONI» - Il problema è che la citazione del nostro presidente non è esattamente un elogio. Con piglio un po' sfacciato, la nota rete di pizzerie finlandese ha proposto non solo quest’opera inedita al 'New York Pizza Show' a marzo, che ha vinto di misura battendo due pizzaioli napoletani, ma proprio sfruttando questo imprevedibile risultato fa leva sull'impopolarità del nostro premier, usando toni velatamente sprezzanti e derisori. Oltre a cinque diversi spot radiofonici, la catena Koti Pizza promuove infatti la sua ultima creazione con due diversi slogan in poster, locandine e sui giornali: «La nonna che ha 97 anni ha addentato Berlusconi. Fai anche tu come questa vivace vecchia signora» e «Un ministro ha messo in bocca Berlusconi con una forchetta. Fatelo anche voi coscientemente e responsabilmente», concludendo con «Ordinate adesso la Berlusconi di Koti Pizza, scelta come la migliore pizza del mondo». Il motivo di questo 'accanimento', giocato abilmente dal marketing di Koti Pizza, è ben noto ai finlandesi: tre anni fa Silvio Berlusconi si era fatto odiare da tutta la nazione scandinava per aver sbeffeggiato con una battuta fatale la loro cultura alimentare, creando un incidente diplomatico con diversi strascichi, fra cui alcuni tentativi di boicottaggio alimentare dei prodotti italiani.

LA GAFFE ALL'EFSA - L’occasione è stata quella dell’inaugurazione della sede dell’EFSA, l’autorità Europea che si occupa della valutazione dei rischi relativi alla sicurezza alimentare umana e animale, dove il presidente del Consiglio aveva sostenuto la candidatura di Parma ritenendola particolarmente idonea grazie all’esperienza derivata dalla produzione del prosciutto, mentre secondo lui la Finlandia ne sarebbe stata meno degna perché, asseriva Berlusconi, lì mangiano la renna marinata. I finlandesi, molto permalosi e pronti a difendere strenuamente l'orgoglio del loro animale preferito, non gli hanno mai perdonato questa affermazione anche perché il nostro premier aveva commesso un grande errore formale riferendosi alla renna marinata, che viene tipicamente usata in Alaska e nella Lapponia Norvegese, mentre in Finlandia viene mangiata solo stufata, essiccata o con salsa di cipolle e panna. Di certo i finlandesi sono molto fieri di aver vinto questo premio culinario, ed è assai probabile che questa occasione sia stata buona per dimostrare che, se sono in grado di batterci perfino sulla pizza, potevano farlo anche con l’agenzia europea per i rischi della sicurezza alimentare.
Alex D'Agosta

A/R dalla parte del consumatore



Oppure: divagazioni sulle pizza surgelate.

Per motivi di studio e di tempo la scorsa settimana ho fatto largo uso di surgelati.
Un tipo in particolare: la pizza surgelata.
La pizza surgelata in realtà manca raramente nel mio congelatore. Mi piace. Non è come quella vera, ma basta saperlo, e non aspettarsi che sia come quella vera. E' un'altra cosa insomma: è pizza surgelata appunto. Chiusa la polemica.
Quindi, quando sono andata a fare la spesa alla coopseitu prima di chiudermi in casa per una settimana e non vedere nessuno nessuno ho studiato attentamente e a lungo - già che studiavo storia del cinema italiano non so se si era capito - il banco freezer settore pizze surgelate. Che per fortuna era anche deserto, stavano tutti intorno alle uova di cioccolato equosolidali nestlè e alle colombe classiche, senza canditi e al cioccolato con ripieno di amarena.
E non è stato necessario avere quella laurea che ancora non ho per scoprire che ora c'è una nuova moda delle pizze surgelate: la pizza surgelata chic, quella con un tocco in più, allegra, giovane e pimpante. Mica noiosa come la solita pizza che viene in confezione doppia e che tutti, almeno io, abbiamo imparato a conoscere e a amare comunque negli anni.
A dir la verità queste pizze surgelate sciantose c'erano già ed io, sempre attenta a tutto ciò che fa tendenza, in tempi non ancora sospetti avevo ceduto alla tentazione: la pizza ristorante cameo, e per la precisione quella al pesto sfizioso. Sfioziosa effettivamente lo era, ma parecchio più piccola della tradizionale e dal costo raddoppiato. Non valeva la pena, fu il mio definitivo pensiero. E me ne tornai felice felice alle solite pizze surgelate; che diciamolo, ti risolvono quelle serate quando torni a casa tardi e non hai voglia di cucinare nulla nulla, il pane è così duro che ci potresti spaccare la testa a quel tuo coinquilino che anche questa volta non ha lavato i piatti, e dice di aver più fame di te, e allora potevi metter su qualcosa, no?
Insomma, passeggiando pensierosa e concentrata lungo il banco freezer, con i paraocchi per non lasciarmi distrarre dall'ultimo ritrovato per far perdere il vizio ai gatti di pisciare dove non dovrebbero, scopro che anche la buitoni ora ha seguito questa tendenza. Le loro si chiamano pizza ricca e vengono con certi nomi allettanti come verdure grigliate gustose (effettivamente certe volte sulle pizze surgelate ci sono delle cose che sembrano verdure ma non sanno di nulla, ed è per questo che io prendo sempre e solo la pizza surgelata margherita), tonno sfizioso (c'è chi c'ha il pesto sfizioso e c'è chi c'ha il tonno, al cliente la scelta).
Ma la sopresa aveva a venire. Qualche passo, prima dei piatti e dei bicchieri di plastica e della carta da forno ma non delle coppettine per i muffins che la coopnonsonosempreio non ce l'ha e quindi non mi distraggo, infondo al banco, in un angolo e quindi incorniciata dal bianco candido del bordo del frigo, c'è la nuvola viola dei prodotti fior fiore coop: ed è pizzaaaa!
La scelgo senza pensarci due volte, anzi ne scelgo due: quella ai pomodori ciliegia e mozzarella di bufala e quella bianca con spinaci e patate. Poi prendo una ristorante cameo agli spinaci e una ricca buitoni alle verdure grigliate gustose, proprio quella.
Tra frati morti in sperdute abbazie medievali, Gaspare Pisciotta avvelenato quattro volte, rinnoceronti in mezzo al mare e pavoni in mezzo alla neve, ho fatto la mia piccola degustazione pasquale. E manco a dirlo ha vinto la coopsonoio: è più grande e più buona, soprattutto quella pomodorini e bufala (la buitoni assomiglia alla cameo; magari sono anche la stessa persona, chissà).
Viva la margherita!

Federico Fellini

Amarcord



Anno: 1973
Regia: Federico Fellini
Sceneggiatura: Federico Fellini e Tonino Guerra
Musiche: Nino Rota
Scenografia: Danilo Donati
Attori: Pupella Maggio, Armando Brancia, Magali Noel, Ciccio Ingrassia

Forse uno dei film più rappresentativi di Fellini.
Ma lo dico senza aver visto La Dolce Vita e aver visto Otto e mezzo troppo tempo fa e troppo piccola per apprezzare qualcosa.
Amarcord è la tabaccaia con il suo seno fantasmagorico.
E' lo zio Ciccio Ingrassia che da in cima ad un albero grida voglio una dooooooonna e lancia sassi in testa a chiunque tenti di farlo scendere.
E' la gigantesca nave Rex disegnata su un cartone.
E' la bella Gradisca che sculetta ad ogni occasione.
E' la nebbia fitta fitta dentro la quale gli alberi sembrano buoi o forse sono i buoi che sembrano alberi
E' la nevicata del millennio che diventa un labirinto nella piazza del paese
E' il Grandhotel.
E' la parata fascista e l'Internazionale dal grammofono in cima al campanile.
E' la morte ma anche un matrimonio quasi insperato
E' il suonatore di fisarmonica cieco.
E' l'amico ciccione innamorato di Aldina
E' Titta che non confessa al prete tutte le volte che si masturba, ma a noi sì che ce lo racconta.
E' la musica di Nino Rota.
E' la primavera che arriva e arriva ancora dopo l'ennesimo inverno.
E' altro, tutto dentro un film.
La fantasia di Fellini è sconvolgente, e nonostante qualche volta mi dia fastidio il modo in cui rappresenta la donna, le immagini che riesce a creare sono davvero uniche.

Come mi va ad aprile



Ascolto Rachael Yamagata, Happenstance, che assomiglia molto a Fiona Apple e qualche volta anche a Ricky Lee Jones.
Leggo Jacques Cousteau, Il mondo Silenzioso.
Ma prima di inventare l'aqua-lung (il primo sistema con le bombole ad alta pressione che comprendeva uno stadio che trasforma l'aria a pressione alta in quella adatta per il subacqueo da respirare) si sarà  inventato anche una maschera su misura?

6.4.10

Fotogeniche scale



Dal sito di Slate una serie di foto belle con protagonisti scalini di tutte le fatture e in tutti i luoghi.

New Yorker

3.4.10

Nuovo Cinema Paradiso





Regia: Giuseppe Tornatore
Anno: 1988
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
Produttore: Franco Cristaldi
Fotografia: Blasco Giurato
Colonna Sonora: Ennio Morricone
Attori: Philppe Noiret, Jaques Perrin, Marco Leonardi

Del film esistono tre versioni. La prima uscita nelle sale italiane, dove il film non venne notato più di tanto; la seconda con un taglio di 25 minuti, operata dal produttore Franco Cristaldi, per l'estero e che vinse l'Oscar come miglior film straniero nel 1989; e una terza, un director's cut più lungo ancora della prima versione (tre ore). Nuovo Cinema Paradiso vinse anche il secondo premio al Festival di Cannes, e cinque premi della British Acadamy Awards.
Il film è sicuramente un inno al cinema, di tutti i tempi; il cinema, fatto anche di pellicola, di super 8, di macchinari, è il protagonista di questo film. Mostra il paese intero che va al cinema, l'emozione che suscita il cinema, la festa per il nuovo il film di Totò De Curtis. Mostra anche la crisi (la sala cinematografica del paese che viene buttata giù per costruire al suo posto un parcheggio) in cui il cinema italiano è caduto particolarmente nella prima metà degli anni ottanta. Nuovo Cinema Paradiso infatti fu uno dei film che contribuì a rialzare la testa al cinema italiano. E per tutto questo il film mi piace.
Nuovo Cinema Paradiso lo vidi al cinema quando uscì, e poi credo a un certo punto in televisione, e mi ricordo che mi era piaciuto proprio molto. Non mi ricordavo per niente tutte le inquadrature da cartolina della Sicilia, le vicende prevedibili del racconto, come il fatto che Totò si innamori di una ragazza borghese e bionda e che i genitori impediscano la loro relazione (nel director's cut, Totò da adulto ritrova Elena, seguendone la figlia (ma via!), e passano una notte insieme, uan sola poi struggenti si lasciano (ma via via via!!!) - mentre nel film per l'estero lui non la incontra mai più); il bambino mingherlino che sposta il grosso corpo del proiezionista Alfredo (Philippe Noiret) quando si incendia la pellicola e il proiettore, e lo salva ma rimane cieco; Totò che non ritorna mai mai più nel suo paese, perché Alfredo gli dice di non cedere mai alla nostalgia (l'avrebbe dovuto seguire un pochino di più anche Tornatore questo consiglio). Non mi ricordavo neanche l'ultima scena con la sequenza dei baci tagliati dal parroco del paese e riappicicati da Alfredo come regalo post morte per Totò. Alfredo fra l'altro era diventato anche cieco dopo l'incendio; ma evidentemente, come dice anche nel film, ci vedeva davvero di più. Insomma, il film esagera un po' troppo nel sentimentalismo e nella nostalgia.
La sequenza dei baci tagliati e riappicicati però mi è piaciuta tantissimo.
Non mi sono piaciute neanche troppo le musiche di Ennio Morricone, che secondo me non si deve essere impegnato poi tantissimo, e che sembrano fatte proprio a posta per suscitarti la commozione e farti piangere. Forse le ha scritte soprattutto il figlio, Andrea, con cui a firmato la colonna sonora
La lacrima in questo film è assicurata. Che va anche bene, se uno cerca quella. Meglio piangere con Tornatore che con Zeffirelli, per esempio.

Edward Norton



Ed io ne ho visto uno solo di questi film. Che vergogna!