29.2.12

Kiwi Power


Bret (McKenzie) dei Flight of the Conchords ha vinto l'oscar per miglior canzone per il film dei Muppets.
Qui la canzone che ha vinto.

Flight of the Conchords è la migliore serie televisiva mai esistita. Infatti era tanto migliore che dopo 2 stagioni è finita. Protagonisti di Flight of the Conchords erano due neozelandesi (Bret e Jemaine) membri del gruppo Flight of the Conchords che vanno a cercare fortuna a New York. Il pezzo forte di ciascuna puntata erano le canzoni.
Qui una canzone a caso cantata da Bret nel telefilm.

Qui se da piccoli non siete cresciuti coi Muppets.

28.2.12

Il punto della situazione

Avevo deciso che entro la fine di febbraio (dolce dormire) avrei finito la prima lettura del librone di storia dell'arte. A fine febbraio manca un giorno e mezzo, ed io del librone ho fatto metà.
Nel frattempo però ho incontrato:

 Giuseppe De Nittis e il suo Valico degli Appennini (1867)



John Slone e la sua Scia del ferry (1907)


Edouard Villard e il suo A letto (1981)

Cambiamenti climatici

Non ci sono più i mesi di una volta.
Aprile dolce dormire dalle mie parti è arrivato a fine febbraio. Non faccio altro.

27.2.12

Vincent Van Gogh

Van Gogh è stato il colpo di fulmine dell'adolescenza. Lo è stato per molti, anche exco ha tre cartoline di Van Gogh appese in camere. Perché oltre l'immediatezza e la forza espressiva dei suoi quadri, il pittore olandese affascina anche per la sua storia personale, per le lettere al fratello Theo, per il rapporto con Gaugin, per quell'orecchio tagliato, per il rocovero in un manicomio e per il finale colpo di pistola.
Poi cresci e scopri anche altro. Tra cui anche artisti come Schiele, Ensor o Kokoshca che sicuramente a lui si sono ispirati. E Van Gogh un po' lo trascuri, non te lo vai proprio a cercare; anche perché pensi che di lui ormai sai tutto e hai visto tutto.
Purtroppo poi anche Van Gogh, come Klimt, è stato ipersfruttato dal punto di vista mediatico e la sua camera da letto e i suoi autoritratti visti e rivisti in mille salse.
In realtà però mi sono bastate  le due paginette del libro di storia dell'arte, e rileggere quello che sapevo già, e rivedere  le solite immagini dei suoi quadri, per provare di nuovo quella forte emozione.

25.2.12

Verso il Pinhole Day





via Il Post
Il sito del progetto invece è stenop.es.

21.2.12

Diana F+ a sfuoco rullo b/n #2





Fomapan 120 ISO 400
Diana F+ con obiettivo 75mm

Queimada


E' di Gillo Pontecorvo.
A me Pontecorvo è sempre piaciuto, prima ancora che vedessi un suo film. Mi piaceva per il suo nome, Gillo, e per la sua faccia, sempre sorridente.
Queimada è del 1969; ed è attuale da far paura: è la storia di un tizio che va a metter su una rivolta per gli interessi economici di un altro paese.
Il tizio è interpretato da Marlon Brando.
Che nonostante sia biondo e doppiato è notevole. Nella sua biografia dice che Queimada è il film dove ha recitato meglio.
Poi c'è la musica di Ennio Morricone.
E c'è quel modo grandioso, panoramico di girare di Pontecorvo.
E ci sono tutti i personaggi, e le facce, e i colori, e il fuoco, il mare, i monti.
Insomma, e ce n'è per tutti i gusti (tranne per quelli che ci vogliono la storia d'amore, quella non c'è).

20.2.12

Avere 80/82 anni e vincere il Festival di Berlino


Paolo e Vittorio Taviani
Cesare deve morire

19.2.12

La lettrice (1864)


Federico Faruffini (1833-1869)

15.2.12

Verso il Worldwide Pinhole Photography Day


C'è chi a Roma il WPPD lo prende sul serio.
Giustamente.
Roma: 3 ore circa di macchina o treno, amici vari che ci abitano, la più bella città del mondo, è primavera...

14.2.12

And the giraffe


L'album si chiama Something for Someone.
Loro si chiamano And the Giraffe.
Something for Someone si scarica qui a offerta, anche gratis, l'importante è che lo condovidi con gli altri.
Io ancora non l'ho ascoltato.
Ma le giraffe mi stanno simpatiche.

13.2.12

Exco progetti futuri

Dopo aver visto tutta la serie TV Boris e nei momenti di grossa crisi a Padova ma-cosa-ci-faccio-qui dove qui vuol dire sia Padova sia l'istituzione università, Exco pensa di iscriversi al CUT per diventare attore di serie TV trash.

Exco: Oggi vado al CUS e sento se mi fanno giocare a calcio anche se sono iscritto all'università di Padova.
Sburk: A Padova non c'è?
Exco: No.
Sburk: Il CUS tutto o solo il calcio?
Exco: Il calcio. Al CUS di Padova va forte il rugby.
Sburk: Però ho visto che a Padova c'è il CUT.
Exco: Cos'é?
Sburk: Centro teatrale universitario.
Exco: Dici che se mi iscrivo al CUT poi è più facile che mi prendano a fare una serie televisiva trash?

12.2.12

Bellas Mariposas a teatro - Egumteatro


Finalmente si torna a teatro.
Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Rossina di Pontasserchio. Che è un teatro proprio carino e che a me capita raramente di andare, ma che è anche uno dei teatri più scomodi al mondo, direi. Spazio per le gambe zero.
La scenografia è semplice e adatta. Qualche impalcatura con delle porte appoggiate, qualche sedia, un tavolo, rappresentano il caseggiato popolare dove la storia accade. Dopo lo spettacolo, la regista, Annalisa Bianco, racconta di aver preso ispirazione da una fotografia di una casa americana completamente sventrata da un tornado, o qualcosa di simile, in cui restava in piedi solo la struttura e poi c'erano pezzi di mobilio e oggetti vari sparsi ovunque, nei posti sbagliati, ma che creavano comunque l'idea di casa.
L'attrice è Monica Demuru a cui la dodicenne protagonista di Bellas Mariposas viene proprio bene. Monica Demeru è sarda ma quando parla fuori scena non ha uno straccio di accento. Sa tutto di Sergio Atzeni, autore di Bellas Mariposas e molto (no, molto no purtroppo, perché Sergio Atzeni è morto 43 anni nel 1995) di più e se la cerchi su internet scopri che canta, bene.
Il testo è di Sergio Atzeni. E' un racconto e non credo che per metterlo in scena l'abbiano cambiato. E' un racconto bellissimo, secondo me, senza punteggiatura. Sembra decisamente già un monologo pronto per essere recitato.
E sta in piedi perfettamente anche da solo.
E nonostante la bravura di Monica Demuru e la buona messa in scena, mi viene da dire che in piedi da solo ci sta anche meglio.
Bellas Mariposas comincia così:

Era molto tempo che Tonino lo minacciava ma credevo che scherzava

che lo odia lo so si vede da come lo guarda quando lo incontra e perché cerca sempre occasione di arropparlo di mala manera

ma credevo che scherzava dicendo Un giorno quello lo uccido

e invece il 3 agosto è stato il giorno dell'ammazzamento di Gigi del quinto piano l'innamorato mio

11.2.12

Cosa si mangia di buono oggi?

Spero vi siate ricordati di lasciare qualcosa per me.
No!?!
Peggio per voi.

10.2.12

Oggi sul manifesto

Il lato oscuro dei social network
di Giuseppina Ciuffreda

George Catlin, esploratore e pittore americano, dal 1830 al 1836 viaggia attraverso gli Stati Uniti disegnando ritratti dei capi pellerossa e scene di vita quotidiana dei diversi popoli. Ha capito che un mondo sta scomparendo e vuole conservarne memoria. Ma nel villaggio Mandan incontra la reazione dura delle donne che dopo aver visto con meraviglia la portentosa somiglianza tra ritratto e modello, non vogliono che continui l'opera. I disegni sembrano vivi e per le donne "una tale operazione non poteva essere portata a termine senza sottrarre al soggetto ritratto un po' della sua vita... La sottrazione di vita naturale per istillarne un po' da un'altra parte era, secondo loro, un'operazione inutile e distruttiva, un'operazione che avrebbe nociuto molto alla loro comunità". La vanità dei maschi alla fine prevale e ne siamo felici per le immagini storiche. Le Mandan erano succubi della magia omeopatica, direbbe l'antropologo James Frazer (Il ramo d'oro, 1890) ma la resistenza a cedere qualcosa di sé all'altro sconosciuto viene suggerita da fonti diverse. I Ching, millenario libro di sapienza cinese, avverte di non lasciare incustodito il cestino cone le proprie "uova". In diverse culture il nome concentrava l'essenza di chi lo portava e per non cadere in potere di altri era segreto o non si rivelava facilmente. Gesù nel Vangelo raccomanda di essere semplici come colombe ma " prudenti come serpenti", e nella teologia cattolica la Prudenza è una virtù cardinale, è il discernimento nella scelta. La "Profezia di Celestino", testo new age, spiega come il conflitto tra umani sia una lotta continua per appropriarsi dell'energia dell'altro, e suggerisce modi per aprirsi senza cedere la propria né cercare di prendere quella altrui. Mantenere il segreto è stato il suggello per la nascita dell'amicizia e avere un segreto da custodire, la percezione di vivere in "un mondo per certi versi misterioso", per Jung è un momento importante della crescita interiore (Il libro rosso). Ma non essere conosciuti, liberi dal controllo dei paesi, è anche un desiderio moderno, un beneficio nella transizione faticosa dal mondo rurale alla città. La cautela, istintiva negli animali, ne va della loro vita, è stata per millenni legge non scritta dell'umanità ma in pochi anni, gli ultimi, fornire dati della propria vita ed esporsi pubblicamente è diventata una regola di massa. TV delle viscere, reality, gossip, calendari, telefonini, accesso a siti web, youtube e social network. Per desiderio giusto di condividere, ingenuità e esibizionismo viviamo un incauto abbandono di precauzioni comuni a tutti gli esseri viventi e siamo protagonisti di un aspetto culturale di assoluta novità: la cessione volontaria di sé ad altri che non conosciamo. Esistere nei nuovo mezzi di comunicazione che annunciano il futuro dona un carattere identitario positivo, non sfiora il sospetto di condividere il fato dei tacchini invitati alla Festa del Ringraziamento passando per il forno. Perché le informazioni valgono sul mercato della pubblicità, e non solo.I dati sono pepite d'oro e i social network sono miniere per chi li ha creati. Informazioni che finiscono a disposizione di imprese e anche di Stati. Non a caso negli anno Ottanta per difendere i dati sensibili dal controllo dello Stato c'è stata una forte lotta di movimenti in Germania, al pari delle proteste in Gran Bretagna contro l'introduzione della carta d'identità decisa da Tony Blair.

9.2.12

Dice la Norma

Comprate il manifesto!


7.2.12

Grimmless di Ricci/Forte


Diciamo che io al Teatro Francesco di Bartolo di Buti ci vado sempre ben disposta.
Diciamo che io la Compagnia Ricci/Forte non la conoscevo.
Diciamo che dopo una veloce lettura in rete avevo deciso che non mi sarebbero piaciuti, questi Ricci/Forte.
Poi nel foyer incontro emme.a che dice che ci sono opinioni molto contrastanti.
Sullo spettacolo o sulla compagnia dico io.
Su tutto dice lui. Un po' come con i Raffaello Sanzio, per esempio.
Come con Pippo Del Bono, penso io???
Aiuto.
Credo di aver mantenuto una faccia perplessa per tutto lo spettacolo.
Ciglia aggrottate e mano sul mento. 
Con le luci sempre accese e un teatro in cui la distanza massima dal palco è 10 metri gli attori potrebbero essersene accorti.
Gli attori (Anna Gualdo, Valentina Beotti, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori, Anna Terio) mi sono piaciuti, le tre attrici più dei due attori.
Emme.a l'ho ritrovo all'uscita e mi dice che Grimless è uno spettacolo che portano in giro da un po'.
Si vede dico io.
Grimmless ha un bel ritmo.
Emme.a dice banale l'alternaza tra momenti quieti e altri più movimentati, tra monologhi e musica sfrenata, capisci subito che tutto lo spettacolo sarà così.
Che banale invece penso io questa ricerca dell'originale a tutti i costi. E se non è originale non va bene. Che noia che noia che noia.
Grimmless insomma mi è piaciuto. Le ciglia sono rimaste aggrottate perché non riuscivo a seguire il fiume di parole dei monologhi (ho seguito e capito solo l'ultimo) e il teatro che non si fa capire mi fa venire i nervi; ma il senso dello spettacolo è arrivato (ok la solita deriva della nostra società, ok tema non originalissimo). Ho spesso riso e sorriso, e ho trovato molte belle certe immagini fatte con molto poco, fatte soprattutto con i corpi degli attori che non escono mai di scena.
Gli applausi poi sono stati scroscianti.

6.2.12

Joyeux anniversaire, François


Oggi, François Truffaut avrebbe compiuto 80 anni. Purtroppo invece morì nel 1984 a soli 52 anni. Chissà quanti altri film avrebbe fatto.
Per me Truffaut (insieme a Wim Wenders) è il motivo per cui mi piace il cinema. E' con loro che ho cominciato. Wenders è più testa; Truffaut è poesia. Wenders mi capita raramente di rivederlo; Truffaut di più.
Alla TV nel 1989-90 fecero vedere tutti tutti i suoi film, presentati da Vieri Razzini. I 400 colpi, film con cui si dà inizio alla Nouvelle Vague (insieme a Fino all'ultimo respiro di Godard) invece l'ho visto solo recentemente, e se devo scegliere, per forza per forza, il mio preferito dico quello. Nel 1989 io ero in cinta e una notte lo sognai Truffaut. Tutte le donne incinta pare facciano sogni rivelatori di nome e la mattina dopo pensai che se era maschio lo avrei dovuto chiamare Francesco; poi invece fu Exco.
Il primo film di Truffaut che ho visto credo sia Jules e Jim; in seguito lessi anche il libro.
O forse fu Farenheit 451; di cui avevo già letto il libro.
Il film che mi colpì di più fu La Signora della Porta accanto.
Uno degli ultimi film suoi che ho visto è La sposa in nero, di cui avevo parlato qui.

3.2.12

Gli inglesi son dei romanticoni

(quindi in una piccola percentuale anch'io)

Si comincia con lui, William Blake (1757-1827), il romanticone per eccellenza, e il mio libro dice così: "l'artista visionario e alieno dai compromessi, nacque a Londra e nella sua città visse sempre miseramente, poco apprezzato come poeta, guardato con sufficienza come incisore perché considerato irrimediabilmente squilibrato."
I suoi dipinti e le sue acquaforti non mi piacciono molto, quindi anche per collegarmi al post precedente preferisco ricordarlo con una sua poesia, l'unica che conosco e che parla di vendetta.

A POISON TREE

I was angry with my friend:
I told my wrath, my wrath did end.
I was angry with my foe:
I told it not, my wrath did grow.

And I watered it in fears,
Night and morning with my tears;
And I sunnèd it with smiles,
And with soft deceitful wiles.

And it grew both day and night,
Till it bore an apple bright;
And my foe beheld it shine,
And he knew that it was mine,

And into my garden stole,
When the night had veiled the pole:
In the morning glad I see
My foe outstretched beneath the tree.

(Ero adirato col mio amico,/dissi la mia ira, la mia ira finì;/ero adirato col mio nemico,/non la dissi, la mia ira crebbe.
E l'ho bagnata di timori,/notte e giorno con le mie lacrime,/e le ho dato il sole di sorrisi/e dolci ingannevoli astuzie.
Ed è cresciuta sia di giorno che di notte,/finchè ha partorito una mela splendente;/ed il mio nemico la vide risplendere,/e seppe che era mia.
E penetrò nel mio giardino/quando la notte aveva velato il cielo;/e alla mattina lieto vidi/il mio nemico steso morto sotto l'albero.)


Poi, se ti chiami William probabilmente sei un romantico.
William Turner (anche se è il suo terzo nome e prima c'è James Mallord).
JMW Turner ci sta perfettamente in questi giorni di freddo polare e nevicate perché la natura nelle sue manifestazioni più drammatiche e violente è tra i soggetti preferiti del pittore inglese. I suoi dipinti del mare in burrasca mi sono sempre piaciuti .
The shipwreck (1805)

Fishing Boats with Hucksters Bargaining for Fish (1837/38)


Altro soggetto su cui Turner si fissò furono le nuvole, pare abbia fatto innumerevoli schizzi delle nuvole.

Heavy dark clouds (1822)


Mentre nelle sue "ultime composizioni le forme e gli spazi si dissolvono sempre più e sono difficilmente percepibili e i colori accentuano il loro significato emotivo". Per l'uso dei colori Turner si rifa al libro di Goethe Teoria dei colori, in cui si afferma che le tonalità calde (rosso, giallo e verde) sono positive in quanto suggeriscono calore e allegria.

Light and colour (Goethe's Theory): the morning after the deluge (1843)

2.2.12

Wislawa Szymborska


E' morta. Ieri. Aveva 88 anni.
Era una poetessa, polacca e nel 1996 aveva vinto il Nobel.
Io per caso, prima del Nobel, lessi una sua poesia intitolata Foglietto Illustrativo, e me ne immamorai. E lessi altro, e anche la regalai.
Ero molto orgogliosa di me stessa, perché difficilmente mi avvicino alla poesia. Ancora più orgogliosa quando vinse il Nobel.
Ora curiosando online dove facilmente si trovano tante sue poesie, rileggendole, mi ha fatto venire in mente Gianni Rodari; forse per la semplicità e la leggerezza con cui invece arriva in profondità.

Qui di seguito tre poesie.
Questo è uno dei tanti link con le sue poesie.
Qui si può ascoltare La Cipolla letto da lei.
Qui si può ascoltare La gioa di scrivere letto da lei.


Foglietto illustrativo

Sono un tranquillante.
Agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all’udienza,
Incollo con cura le tazze rotte –
Devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d’acqua.

So come trattare l’infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l’ingiustizia,
rischiarare l’assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti –
Fidati della pietà chimica.

Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?

Consegnami il tuo abisso –
Lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata)
Per la caduta in piedi.

Vendimi la tua anima.
Un altro acquirente non capiterà.

Un altro diavolo non c’è più.


La cipolla

La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.

La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi grasso, nervi, vene,
muchi e secrezioni.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.


La stazione

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.
E' scesa molta gente.

L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.

A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.

Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.

La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
sui binari designati.

E' avvenuto perfino
l'incontro fissato.

Fuori dalla portata
della nostra presenza.

Nel paradiso perduto
della probabilità.

Altrove.
Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.

La musica qui oggi


L'ultimo cd dei Calibro 35 (che per me equivale al primo) in streaming.
E invece di essere a lavoro sono in un poliziesco anni 70 con Giuliano Gemma e Fabio Testi.