29.3.12

Harold Rosenberg


secondo Elaine de Kooning.

Hans Hofmann

che dipinge sulle dune.

Era venuto negli Stati Uniti nel 1932, a cinquant'anni, e aprì una scuola di pittura a Provincetown. Nessuno degli artisti americani poi diventati famosi la frequentarono, anche perché secondo il critico Rosenberg, Hofmann era troppo legato alle correnti artistiche europee del primo novecento (cubismo, fauvismo, espressionismo, futurismo, Kandinsky, Klee, Cezanne, etc) mentre l'ambiente artistico statunitense tendeva verso qualcosa di totalmente nuovo; ma grazie alla sua scuola, sempre secondo Rosenberg, negli Stati Uniti si venne a conoscenza di tutte queste fondamentali correnti europee contribuendo ad una rivoluzione del gusto americano.

Rosenberg lo descrive così:
Un uomo grande e grosso, generoso, che non respingeva mai nessuno - a volte metà della scuola era pagata con borse di studio - che non odiava o disprezzava, che non cercava vendette. Se l'arte era un riflesso dello spirito, nel suo caso era uno spirito giocondo e espansivo, infinitamente vitale, erotico, disciplinato. autoindulgente, semplice, fanciullesco: come se Dionisio avesse deciso di calarsi nel suo sistema di idee.
La foto sembra rappresentarlo perfettamente.

28.3.12

GIPI!

Un uomo sulle donne


E' raro, o almeno a me capita raramente, trovare articoli scritti da uomini che parlino delle violenze subite dalle donne, delle violenze che spesso portano alla morte. Nella mia esperienza non è neanche troppo frequente sentire amici, conoscenti, colleghi parlarne. Le statistiche dicono che in Italia viene uccisa una donna ogni 2, 3 giorni. E' impressionante e viene da non crederci, anche perché i giornali non mi sembra ne parlino; ma a quanto pare è così.
Ieri, ma io l'ho letto solo oggi, Adriano Sofri ha pubblicato un articolo sulla violenza sulle donne. L'articolo non è poi niente di speciale, leggendolo ho pensato che avessero pubblicato una bozza e non la versione definitiva; ma secondo me arriva diretto al punto senza tanti giri di parole e senza imbellettamenti letterari.
Ed è stato il finale soprattutto a colpirmi, ma voi leggetelo tutto.
Noi uomini, se appena siamo capaci di ricordarci del modo in cui siamo stati iniziati, e non ci dichiariamo esonerati, sappiamo che cos'è la voglia frustrata o vendicativa o compiaciuta di malmenare e vessare le donne e la loro libertà. Lo sappiamo, come Endrigo quando passava da via Broletto, al numero 34, dove dorme l'amore mio. Non si sveglierà. Proprio sotto il cuore c'è un forellino rosso, rosso come un fiore.
 

23.3.12

Come out, mate!

Riguardo ai rapporti tra il post e l'Oceania, un commento all'ultimo articolo su il post riguardante l'Australia, dice:

ormai trovo più notizie australiane qui che sull’SMH… è evidente che tra di voi c’è un australiano, oppure uno che ama svisceratamente l’australia, oppure uno che c’è stato e non riesce più a togliersela dalla testa…. dai, come out, mate!

Comunque, se avessi immaginato questo target di notizie del post, gli avrei mandato il curriculum: ero perfetta, oltre ai geni neozelandesi c'ho pure una parente che lavora alla radio australiana. E conosco pure il direttore de il post.
Evidentemente certe cose non devono proprio accadere.

22.3.12

Marmite emergency


La cosa curiosa de il post è che ci trovo spesso notizie della Nuova Zelanda e dell'Australia; tipo appunto che in Nuova Zelanda a causa del terremoto che ha colpito Christchurch stanno finendo le scorte di Marmite. Io non sono mai stata un marmite dipendente, ma quando quest'estate un vasetto è apparso in barca, anche senza burro e nonostante non fosse marmite neozelandese, me lo sono mangiato volentieri.
Il marmite è una cosa strana e se non ci sei un po' cresciuto insieme non lo capisci. E' una crema nera e ne spalmi un sottile velo sul pane e burro, meglio se tostato (ma quello sempre). Ha un sapore secondo me che è una via di mezzo tra la pasta d'acciughe e il dado per il brodo, ma è fatto col lievito. Tipicamente si mangia a colazione. A me piace.

19.3.12

Gli irascibili prima e dopo

via http://debubarve.blogspot.it/2011/04/hedda-sterne-last-of-irascibles.html
Front row: 1. Theodoros Stamos (December 31, 1922 – February 2, 1997), 2. Jimmy Ernst (June 24, 1920 - February 6, 1984), 3. Barnett Newman (January 29, 1905 – July 4, 1970), 4. James Brooks  (October 18, 1906 – March 9, 1992), 5. Mark Rothko (September 25, 1903 – February 25, 1970)
Middle row: 6. Richard Pousette-Dart (June 8, 1916 – October 25, 1992), 7. William Baziotes  (June 11, 1912 – June 6, 1963), 8. Jackson Pollock (January 28, 1912 – August 11, 1956), 9. Clyfford Still (November 30, 1904 – June 23, 1980), 10. Robert Motherwell (January 24, 1915 – July 16, 1991), 11. Bradley Walker Tomlin (August 19, 1899 – May 11, 1955)
Back row: 12. Willem de Kooning (April 24, 1904 – March 19, 1997), 13. Adolph Gottlieb  (March 14, 1903 - March 4, 1974), 14. Ad Reinhardt (December 24, 1913 – August 30, 1967), 15. Hedda Sterne (August 4, 1910 – April 8, 2011)
via http://www.lorenmunk.com/portfolio3.html

Rothko, un extraterrestre

No. 10, 1950

Ho capito che per apprezzare certi quadri di Rothko e percepire il capolavoro bisogna come minimo aver fumato, altrimenti non si spiega il nosto Butor qui: "Poiché le sbavature differiscono le une dalle altre, abbiamo impressione che quella di destra potrebbe benissimo stare a sinistra, e tutta questa frontiera imprecisata ma ritmata si anima; vediamo le macchie bruciare il fondo su cui appaiono, proprio come un'intensa macchia di sole, proiettata nell'ombra di una soffitta da una lucerna, palpita davanti al nostro sguardo, con i bordi frementi."
Ora Butor questa roba l'ha scritta nel 1968, quindi ci sta.
O forse sta parlando di un altro quadro ed io non sono riuscita ad individuare quale (nel testo non c'è scritto, dice di riferirsi alle tele di Rothko che vanno dal 1947 al 1950).

Viva viva wikipedia

Perché ora c'è anche WikiPaintings.

"The project aims to create high-quality, most complete and well-structured online repository of fine art. We hope to make classical art a little more accessible and comprehensible, and also want to provide a new form of interaction between contemporary artists and their audience. In the future we plan to cover the entire history of art — from cave artworks to the new talents of today."

Rothko (librino 4)


Scena battesimale, del 1945.
"... in cui si possono distinguere personaggi immersi, o che si immergono, in un'acqua che li lava e li rende trasparenti, mettendo a nudo non solo la loro pelle, ma anche i loro organi interni." (Michel Butor, in Le moschee di New York o l'arte di Mark Rothko)
Ah sì?
Oh dove?

17.3.12

Willem de Kooning

Da bravo olandese (è considerato però un artista americano):
Woman and bicycle (1952-53)

Librino 3

Dal realismo dell'800 direttamente all'action painting del '900, che non è solo Pollock. Il librino è una raccolta di scritti di un famoso critico americano, Harold Rosenberg, coniatore proprio del termine action painting.
La prefazione alla raccolta di scritti, di Marco Cianchi, così si conclude:

"Ma non mi è neppure sfuggito che in un mondo dove il reale cede il passo al virtuale, dove l'evento è svuotato di significato per eccesso di eventi, dove i mezzi di comunicazioni ci plasmano prima ancora di essere usati, dove l'esistere dipende dal fatto di essere visti, dove lo strapotere della tecno-scienza rimodella le categorie umanistiche; ebbene, non mi è sfuggito, che in un mondo così fatto, l'unica traccia da più parti indicata per ridare senso alla vita sia proprio l'azione: quell'attività quintessenzialmente umana che appartiene solo all'individuo e che ne determina l'identità. In questo senso, quando sarà il momento, e se quel momento ci sarà le pagine di Rosenberg, frutto della riflessione di un'intera vita, potrebbero essere una buona lettura per nuovi inizi individuali, anche nell'arte."

Diciamo che però l'azione è parecchio pertinente anche al mondo animale oltre a quello dell'uomo, no?
E poi "quando sarà il momento", dice; wow, si fa la rivoluzione? Io sarò pronta. Entro stasera (non ce la farò mai) avrò letto gli scritti di Rosenberg sull'action painting e potrò incamminarmi verso nuovi inizi individuali, cioè miei, e anche nell'arte.
Vado.

16.3.12

Il pasto più importante

 Jon Huck lo fotografa con una certa regolarità.

14.3.12

Pulizie di primavera

L'Australia è famosa per i ragni. Chiunque sia stato in Australia ha il suo peronale anedotto su un ragno - di solito o particolarmente velenoso o particolarmente grosso.
Insieme ai ragni ci sono le ragnatele, ovviamente.

Qui, per chi ne volesse sapere di più.

12.3.12

Tra Willem De Kooning e Roy Lichtenstein


Bobo. Rondelli.
Che comincia con quasi un'ora di ritardo ma suona per quasi tre ore.
Che fa Bruce Springsteen e ci prova con Lucio Dalla.
Che è meno scazzone e parecchio rockettaro.
Che non è in vena di fare Licantropi e neanche Fino alla luna.



Il realismo nella pittura europea del XIX secolo


Pissarro, in un momento d'imprudenza, suggerì di dar fuoco al Louvre.
E io che m'immaginavo gli impressionisti un po' strambi magari, ma super pacifici.
In realtà i realisti volevano guardare alle cose, ai fatti, cancellando tutte le strutture mentali, le regole, che c'erano state fino al loro tempo, metà Ottocento. Consideravano l'ignoranza un pregio, perché ti permetteva di vedere le cose come se fosse la prima volta. L'artista realista ansioso di verità e sincerità doveva difendere la sua visione spontanea contro le distorsioni e le alterazioni prodotte dalle convenzioni e dai preconcetti estetici.
Comunque, per quanto il realismo non sia tra le mie correnti preferite, io e il nuovo librino per ora ci piacciamo assai.

10.3.12

Io e il librone

Macino pagine al massimo della velocità che mi permette la mia precaria capacità di concentrazione. Siamo agli anni 60, oggi con 10 giorni di ritardo finirò il librone, che a parte Chagall, Modigliani e Magritte ultimamente non mi ha mostrato niente di particolarmente significativo. Poi tutti i gusti son gusti. Dopo i futuristi (o meglio, praticamente in contemporanea), c'è stato il fascismo e anche se il librone cerca di convincermi che nonostante il fascismo l'arte italiana ha prodotto un mucchio di cose interessanti, io non ci casco. Il librone addirittura cerca di convincermi che nonostante la pratica del fascismo di controllare l'arte e usarla ai propri fini propagandistici, gli artisti italiani non erano poi così controllati e hanno prodotto un sacco di bella roba, sì sì pagine e pagine di noiosissimo figurativo, e anche sui murales fascisti mi ci tiene per pagine. Ho capito anche che il librone ha un debole impressionante per Giorgio De Chirico; non ho controllato ma ci sono più pagine su di lui che su Van Gogh per esempio, per non parlare di Chagall che non ha neanche un capitolo tutto suo. Insomma io e il librone non andiamo per niente d'accordo, e il culmine l'ha raggiunto quando dice che per colpa di Parlmiro Togliatti un gruppo di artisti riunitisi sotto il nome di Fronte nuovo delle arti nel 1948 si sciolse, perché Palmiro li aveva criticati. Ora è vero che certa sinistra, soprattutto di un tempo, se l'arte non è utile non la capisce e ne farebbe volentieri a meno; ma insomma, in pagine e pagine un po' di colpa a Mussolini non la dai mai e poi è tutta colpa di Togliatti?! Mah!

Natalja Goncharova, Il ciclista (1913)
Aligi Sassu, Tre ciclisti (1931)
Aligi Sassu faceva parte del gruppo Corrente, di cui faceva parte anche Guttuso. Gli artisti del gruppo Corrente a differenza di quelli amati dal librone si posero in modo antagonista ai dettami celebrativi del fascismo. Sassu fu dichiaratamente anitifascista e antifranchista e fu anche imprigionato. Dipinse molti quadri di ciclisti.

5.3.12

Jean Metzinger

Il ciclista, 1912

In realtà volevo scrivere un post sui futuristi, e dire che i miei peferiti sono Balla e Severini. Ma fa sempre fatica dire che mi piacciono i futuristi, per via del loro legame col fascismo. Di Metzinger non so nulla, potrei scoprire che picchiava i suoi figli.
E' sempre complicato separare l'opera d'arte dall'artista, anche se credo che l'opera d'arte dovrebbe vivere di vita propria, slegata cioè da chi l'ha fatta. Ma allo stesso tempo credo che l'arte sia soprattutto espressione, quindi espressione di chi l'ha creata l'opera d'arte, e allora come si fa a slegare l'opera d'arte dall'artista. Allo stesso tempo però l'opera d'arte viene interpretata da chi la guarda (o legge, penso anche ai libri), e l'interpretazione del fruitore può essere opposta dall'intensione di chi l'ha creata l'opera d'arte. E trovo che la possibilità di provocare più interpretazioni diverse sia una delle cose più affascinamti dell'arte in genere. Forse bisognerebbe non sapere nulla nulla dell'artista e giudicare solo l'opera. Ma non è facile.

Poi, va be', Casimir Malevic, russo, della corrente artistica del suprematismo, affermava che l'attività dell'arte era quella di rivelare la realtà cosmica come realtà priva d'oggetti.

3.3.12

Henri Rousseau, il doganiere

Faceva il doganiere.
Autodidatta, cominciò a dipingere seriamente a quarant'anni. Lasciò il suo lavoro di doganiere a 49 anni per dedicarsi a tempo pieno alla pittura.
E' famoso soprattutto per i suoi dipindi di giungle nonostante non ne avesse mai vista nessuna. Pare che traesse ispirazione dal giardino botanico parigino e dai racconti dei soldati che erano stati in Messico.
I quadri di Rousseau erano di solito sulle copertine dei romanzi di Gabriel Garcia Marquez. Penso sia uno dei motivi per cui mi piacciono.

I fenicotteri (1907)

La tigre nella tempesta tropicale (1891)

Il Pescatore (1909)

2.3.12

Ernst Ludwig Kirchner

Fondatore del gruppo Die Brücke.
Psicologicamente fragile, ebbe il primo grosso crollo nervoso dopo essersi arruolato nell'esercito nella Prima Guerra Mondiale, da cui non si riprese mai del tutto. I nazisti bollarono la sua arte degenerata (insieme a quella di molti altri artisti dell'epoca) e distrussero molte sue opere. Preso dalla disperazione, Kirchner distrusse egli stesso le sue opere prima che ci arrivassero i nazisti. Nel 1938 si suicidò.

Marcella (1910)

Berlino scena di strada (1913)

Nollendorfplatz (1912)