5.6.12

Ah viaggiare


Stamani nella posta ho trovato un video di Paolo Rumiz che racconta un oggetto per la trasmissione di Quello che (non) ho di Fazio e Saviano. Penso che Paolo Rumiz venga meglio scritto che visto; e il suo testo sulle scarpe l'ho apprezzato meglio leggendolo che guardandolo.
Paolo Rumiz mi sta molto simpatico. Tutte le estati, nel mese di agosto fa un viaggio e ne scrive su Repubblica. Non l'ho mai seguito assiduamente, non compro Repubblica assiduamente, ho solo letto qualche articolo qua e là: ricordo un viaggio in cinquecento forse in India, un viaggio in treno tra Russia e Europa dell'Est, un viaggio a piedi lungo gli Appennini e l'anno scorso un viaggio ancora in Italia alla ricerca di luoghi dismessi, fabbriche, paesi abbandonati.
E poi questo, che mi sono rimessa a sfogliare stamani: un viaggio in bicicletta da Trieste (dove Rumiz credo abiti) a Istanbul.
Questa frase, nel secondo giorno, mi ha colpito:
E poi è una questione di età. Invecchiando, gli stanziali accumulano. Gli irrequieti, invece, buttano via le zavorre. Come se la vita fosse una mongolfiera.
Ed io sono d'accordo.
Alla fine del terzo giorno invece Altan (un altro dei tre ciclisti) dice:
La bici è una droga, un esaltatore di sapidità. Con lei sono sempre contento, come un bambino. Quando vado e quando mi fermo.
Ed io sono d'accordo.


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