30.7.12

Regole: Le stampelle

1. Sono molta grata di averle. I primi due giorni exco mi tirava su una sedia con ruote da ufficio.
2. E' faticosissimo camminare con le stampelle. Lo so fa caldo, ma per andare in bagno sudo sette camicie; non vi dico per andare a fare una visita medica, centinaia di metri di corridoio e c'era anche l'aria condizionata: non avevo mai sudato così tanto in vita mia.
3. Le mie stampelle in fondo hanno la ventosa. Mentre le uso in casa, certe volte qualche mattonella malmessa ci rimane appiccicata.
4. Se usi le stampelle in mano non puoi tenere praticamente nient'altro. Ogni volta che cambio stanza mi sembra di partire per un viaggio, preparo la borsa: i telefoni, il ghiaccio, il libro, le medicine, il pranzo. Mi trovo bene con le bustine di plastica che si usano per i rifiuti organici. Se devo spostare il portatile, parto con la tracolla ovviamente. Non vi dico la rabbia quando mi accorgo di essermi dimenticata qualcosa.
5. Cucinare con le stampelle è impossibile. Preferisco saltellare sulla gamba buona dal frigo ai fornelli all'acquaio.
6. Portare il piatto che mi sono preparata per il pranzo è complicato. Con le stampelle non si può, e saltellando mi cadrebbe il cibo. Sposto il piatto da un mobile all'altro finché non arrivo a tavola.
7. Non mi fido a scendere le scale con le stampelle, preferisco reggermi alla ringhiera e saltare da uno scalino all'altro sulla gamba buona.
8. Per salire le scale con le stampelle, si lasciano le stampelle sullo scalino basso e ci si aissa sullo scalino superiore. L'ho imparato solo oggi. Prima mettevo le stampelle sullo scalino in alto e mi tiravo su da lì.
9. Stasera ho fatto qualche passo senza. Finalmente.
10. Sono fiduciosa e piena di amici.

28.7.12

Il petalo bianco e il cremisi

E' un libro di quasi 1000 pagine di un certo Michel Faber.
1000 pagine che raccontano l'ascesa sociale di una prostituta nella Londra di fine '800.
1000 pagine che mi sono letta tutte - avrò saltato forse un paio di paragrafi, verso la fine, quando ormai avevo deciso che non mi piaceva.
Non mi sono piaciuti i personaggi, li ho trovati tutti un po' stereotipati: una prostituta bella ma con un difetto fisico, naturalmente però molto colta e intelligente; il suo amante, prima scapestrato ma che poi decide di prendere le redini della ditta di profumi del padre, con moglie bellissima ma totalmente pazza, fratello che pensa di farsi prete con amica vedova un po' suora anche lei ma sotto sotto chi sa, bambina dolce totalmente abbandonata a se stessa.
1000 pagine in cui sì succede molto, ma tutto previsto, tranne un paio di cose totalmente inspegabili, compreso il finale, e alcune cose accennate e poi non spiegate.
1000 pagine, di cui anche il titolo non credo abbia un senso.
1000 pagine di cui il retro di copertina dice incredibile ricostruzione della londra di fine '800. Mah,anche quella non mi è sembrata niente di eccezionale.
1000 pagine che però, lo ridico, mi sono letta tutte. Ma perché?
Evidentemente era scritto bene; in modo accattivante.
Oppure è stato il mio desiderio di telenovela, o feuilleton, o di qualcosa di poco impegnativo.
Un po' come i polpettoni al cinema, magari non vai proprio al cinema a vederli, li guardi in TV. Ci piangi ma dirai che era un insignificante polpettone.
Ma 1000 pagine! Con tutti quei libri che invece avrei potuto leggere.

25.7.12

London calling/2


In vista delle olimpiadi che cominciano venerdì i graffitari si stanno dando un gran da fare a Londra.
E non solo Banksy.
Sul sito di Banksy si posso vedere le sue opere olimpioniche di cui è riuscito a mantenere segreto il luogo, almeno secondo un articolo datato ieri sul Huffington Post inglese.
Altri artisti invece hanno visto le loro opere velocemente cancellate.
Qui però si possono vedere insieme anche ad un video di un making of con degli incredibili incidenti in bicicletta che mi hanno subito fatto sentire meglio.
Banksy per me rimane insuperabile (l'artista dell'immagine qui sopra si chiama Criminal Chalklist).

23.7.12

Fiom rocks

La manifestazione della Fiom davanti all'Unione Industriali tiene Ivano Fossati al massimo volume, la mia banda suona il rock, la canzone popolare, I treni a vapore, La musica che gira intorno e così via, tutta la mattina. Fossati e la Fiom, chi l'avrebbe mai detto.

14.7.12

London calling

Exco molto coinqui ultimamente ha preso la sua decisione: Londra. Anche perché ci vanno la metà dei suoi amici.
Nel frattempo mi consiglia documentari sulla Liberia (assurdo, tremendo, anche al ranza ha dato noia) e sulla Corea del Nord (non possono ascoltare il jazz, il jazz, ma ci pensi) su un sito che si chiama vice; e beve acqua Uliveto, cioè se la compra e se la tiene in camera (km0 dice; ne dubito, gli dico io).

13.7.12

Sussurri e Grida (1972)

E' Ingmar Bergman.
E' Liv Ullmann, Ingrid Thulin, Harriet Andersson.
E' Sven Nykvist più che mai.
E' soprattutto rosso, nei titoli, nei primi piani e sulle pareti.
E' pareti rosse e leggere camicie da notte bianche.
E poi è anche nero.
E' dolore, è morte, è angoscia (che è Bergman ve lo avevo già detto, del resto).
Qualche volta è anche schifo.
E' orologi a pendolo e il loro ticchettio.
E' una casa, e solo quella e luce che entra dalle finestre quando le tende si tirano su.
E' una casa, e solo quella anche di notte, e le candele, i lumi a petrolio, le ombre.
E' il vino, rosso sangue, nei calici a cena. Il vino rosso in Svezia fa strano.
E' quasi solo donne, quasi solo sorelle.
E' Brughel e Michelangelo.
E' un piacere per la vista, ma un tormento per l'anima (dai, si può dire per un film di Bergman).
E' che film così non se ne fanno più (si può dire anche questo, o forse è l'età).
E' pazzesco.
E' Bergman.

Bergman e Nykvist

12.7.12

Happy feet


Cosa leggerai? Con che libro affascini il tuo cuore? E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore? Ma i tuoi piedi: tap-tap-ta-ta-tap / Ma i tuoi piedi: tap-tap-ta-ta-tap / Happy feet... ta-dah-tah / Happy feet... ta-dah-tah / Happy feet... oh, oh i love it...

11.7.12

I want to ride my bicycle


Ieri per la prima volta ho forato.
Comodamente a casa mia.
Ero già tutta vestita e pronta per uscire, avevo anche già gonfiato la ruota davanti (7 atmosfere), ma quando sono andata alla ruota dietro (7 atmosfere e mezzo)... era completamente a terra.
Allora ho chiamato il telefono amico del ciclista alle prime armi naturalmente imbranato.
Fosse stata la ruota davanti non ci sarebbero stati problemi; ma sulla ruota dietro ci sono tutti i rocchetti e la catena! Grazie alle istruzioni passo passo ho smontato la ruota e l'ho portata al telefono amico.
Il giro in bici al tramonto però è saltato.

5.7.12

Ieri oggi domani


Tabbouleh



THE NATIONAL TABBOULEH DAY 2012

Since 2001, a yearly national day, celebrated the first Saturday of the month of July (this year 7-7-2012), is dedicated to TABBOULEH.

 The TABBOULEH is the most famous Lebanese traditional dish, adulated by all the inhabitants of the cedar’s country, and adopted by number of gastronomes in the world. It’s a dish that unites, in a country torn by wars and tensions; a symbolic dish by the diversity of its ingredients: Like the Lebanese nation, its delicate harmony is threatened anytime that one of its components is separated or even neglected, while its colors, green, white and red are those of the Lebanese flag.

 In 2007, the Lebanese Ministry of Tourism granted its approval and its patronage officially for the NATIONAL TABBOULEH DAY. During this day, Lebanese and their friends everywhere in the world meet in private or in public around this king of mezzé. This artistic, cultural, gastronomic and touristy feast presents them an opportunity to show and to reinforce their attachment to their country.

For the fourth year in a row, a big public gathering is organized at Souk el Tayeb in Beirut Waterfront (Beirut) from 9 am to 2 pm, where cooks, producers or visitors will compete (at 11 am) for the best TABBOULEH.

Let's celebrate all together this year’s NATIONAL TABBOULEH DAY that will take place on Saturday July 7, 2012 from 9 am to 2 pm in Souk el Tayeb, Beirut Waterfront, Beirut.