24.5.16

Un post a maggio lo faccio



Fallisco ma non demordo.
Vorrei mantenere questo blog aggiornato ma non ci riesco. Insomma un classico try again fail again fail better.

Xavier Dolan ha vinto un altro premio a Cannes col suo nuovo film. Aveva già vinto con Mommy, il post di aprile. Io nel frattempo ho guardato Laurence Anyways un film di quasi tre ore che racconta la storia d'amore tra un lui e una lei, Laurence e Fred, dove lui a un certo punto decide di diventare una lei.

Bello anche questo, anche se Mommy mi è piaciuto di più, credo perché in più ci sono tutta una serie di effetti tecnici, la musica, la fotografia, che rendono Mommy, per me, un vero gioiellino. Resta il fatto che questo ventisettenne regista canadese riesce a rappresentare l'essere umano in un modo incredibilmente intenso. I suoi film, questi due che ho visto almeno, sono commoventi. Mi viene da usare questa parola. Non nel senso che si piange, ma che i protagonisti delle sue storie li senti, per quanto siano diversi da te, ci entri in empatia. Compassione forse è la parola giusta (non nel senso di compatire, ma nel senso di empatia, soffro insieme. provo la stessa passione), ma è solo una parola su cui mi sono fissata ultimamente.

Fine della psicanalisi da cucina.

Forse Dolan mi ricorda un po' il regista francese Jaques Audiard (quello di Il profeta, Un sapore di ruggine e ossa, Tutti battiti del mio cuore, etc). Anche quando scoprii Audiard fu una rivelazione.

Di nuovo in questo film c'è Suzanne Clément che faceva il ruolo della vicina super timida e balbettante in Mommy. Qui è la lei. Di nuovo bravissima.

Ora mi manca Je tué ma mère... che già il titolo merita, Les amours imaginaires, Tom à la ferme.

E poi a settembre al cinema il suo nuovo film Just la fin du monde, che sta avendo delle critiche notevoli, anche se sono preoccupata per gli attori famosi (Vincent Cassel, Marion Cotillard, Léa Seydoux) e per il doppiaggio (ho letto da qualche parte che il modo in cui parlano, il tono della voce, è particolare e importante e Dolan è attentissimo ai minimi particolari).

Forse quindi non lo guarderò al cinema. Poi è buffo sentire il francese canadese in cui infilano tutte le parole inglesi, soprattutto le parolacce.

1 comment:

Ian Owen said...

Great reaad