11.9.17

La ferocia



13.
di Nicola Lagioia

Libro che volevo leggere da tempo perché mi piace Nicola Lagioia per gli articoli che scrive e la sua conduzione su Radiotre. Però come non sono riuscita ad apprezzare uno dei suoi libri preferiti, Gilead di Marylinne Robinson, non sono riuscita ad apprezzare neanche il suo romanzo. D'impatto mi ha dato subito fastidio questo modo di cominciare i paragrafi parlando di qualcuno o qualcosa senza specificare chi o cosa e lo capisci solo alla fine della pagina, che va bene, è intrigante, crea l'attesa, fa mistero se lo fai una volta ogni tanto, ma lui lo fa un po' troppo spesso (per i miei gusti ovviamente, perché La ferocia è romanzo molto amato). E questa tecnica di scrittura è applicata anche al racconto tutto che inizia con una morte violenta, anzi feroce, e quindi vai avanti per capire, leggi pagina dopo pagina, si sommano personaggi su personaggi, vicende familiari e vicende pubbliche, ma alla fine veramente non lo capisci come si è arrivati davvero a quella morte violenta. O almeno io non l'ho capito. Come non ho capito certe dinamiche familiari che pare portino a quella morte violenta.

Insomma, ho trovato la scrittura troppo elaborata, troppo pensata, spesso pomposa e il racconto alla fine non chiaro. Mi dispiace dirlo, ma La ferocia proprio non m'è piaciuto.

Comunque a Nicola Lagioia io gli voglio bene lo stesso.

1 comment:

m. said...

Io non l'ho trovato così male ( condivido tutta l'analisi ) soprattutto m'è piaciuta l'atmosfera da sud-italia non spiaggiato.
Ho provato anche a leggere Riportando tutto a casa e quello si, non l'ho neanche finito.